Piazza Affari cauta nel giorno della Bce, acquisti su FCA e Atlantia
Piazza Affari apre poco mossa nel giorno della Bce. L’indice Ftse Mib, che ieri ha messo a segno un progresso del 2%, si muove al momento in leggero rialzo dello 0,02% a 20.284 punti. Tornano le tensioni tra Stati Uniti e Cina con il segretario di stato americano, Mike Pompeo, che avrebbe anticipato una possibile restrizione dei permessi visa per alcuni impiegati delle aziende tecnologiche cinesi, come Huawei.
A Piazza Affari continua il rally di Atlantia (+2,6%) dopo l’exploit di oltre +26% della vigilia a seguito dell’accordo con il governo che vede Aspi passare sotto il controllo pubblico con la progressiva uscita di Atlantia attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP e l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali.
In rialzo FCA (+1,1% a 9,17 euro) dopo che ieri ha svelato il nome del gruppo che nascerà dalla fuisione con PSA. Sarà Stellantis ed è confermato che la fusione sarà ultimata entro la fine del primo trimestre 2021. Intanto Fiat Chrysler Automobiles (Fca) ha evidenziato a giugno un calo delle immatricolazioni in Europa (Ue+UK+Efta) del 28,1% rispetto all’anno prima, facendo peggio del -24,1% del mercato. La quota di mercato si è ristretta passando dal 6,1 al 5,7 per cento in un anno.
Tra i segni meno cali di oltre l’1% per Campari, Diasorin e STM.
Oggi attesa per la riunione della Bce e la conferenza stampa del presidente Christine Lagarde. Tra i dati, l’agenda macro prevede nel corso della mattina la bilancia commerciale di Italia ed Eurozona, mentre nel pomeriggio dagli Stati Uniti giungeranno le vendite al dettaglio e i nuovi sussidi settimanali di disoccupazione, oltre che l’indice Philadelphia Fed e l’indice Nahb sulla fiducia dei costruttori. A livello societario prosegue la stagione delle trimestrali d’Oltreoceano con i conti di Bofa, Morgan Stanley e Netflix.
All’indomani di una seduta caratterizzata dalle speranze di un vaccino anti-Covid, la prudenza riprende il sopravvento di fronte alle tensioni tra Stati Uniti e Cina. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, il presidente americano non ha infatti escluso di adottare sanzioni supplementari contro alti rappresentanti cinesi per punire il comportamento di Pechino nei confronti di Hong Kong. Il segretario di stato americano, Mike Pompeo, avrebbe inoltre anticipato una possibile restrizione dei permessi visa per alcuni impiegati delle aziende tecnologiche cinesi, come Huawei.