Piazza Affari chiude a +0,4%, in spolvero TIM
Giornata positiva per Piazza Affari. Il Ftse Mib, reduce dal calo dell’1% circa della vigilia, segna in chiusura +0,42% a quota 24.401 punti. Oggi riflettori puntati su Bruxelles con consiglio UE e vertice Nato, entrambi con la presenza del presidente americano, Joe Biden, (consiglio UE, NATO e G7). Sono attese nuove sanzioni contro la Russia e al centro del dibattito c’è il tema dell’energia con Washington che avrebbe pronto un piano per garantire le forniture di gas naturale per l’Europa.
Tra le singole storie di Piazza Affari spicca oggi TIM, arrivata a oltre +8% a 0,326 euro sulla scia delle ultime indiscrezioni che vedono il fondo KKR confermare l’impianto dell’offerta presentata lo scorso novembre, ossia il fondo americano rimane interessato all’intero gruppo e non a singoli asset e l’operazione sarebbe finanziata in larga parte con capitale proprio. Per quanto riguarda i tempi, kkr attende l’eventuale accesso alla due diligence. Intanto il fondo britannico CVC ha ribadito nella giornata di ieri di essere interessato alla parte Business della ServiceCo di Tim.
Tra le utility si è mossa bene Enel (+1,07%). In evidenza anche Terna (+2,73%) dopo l’aggiornamento del piano industriale 2021-2025 “Driving Energy” presentato dall’amministratore delegato Stefano Donnarumma. Terna si attende ricavi di gruppo nel 2025 in crescita a 3,08 miliardi di euro e l’Ebitda a 2,14 miliardi, con una crescita media annua (Cagr) nell’arco di piano di oltre il 4% per i ricavi e di oltre il 3% per l’Ebitda. Per quanto riguarda la politica dei dividendi, dal 2022 al 2023 confermata la previsione di un cagr del dividendo per azione (DPS) pari all’8%, rispetto al dividendo di competenza dell’esercizio 2021. Per gli anni 2024 e 2025, confermata la previsione di un payout del 75%.
Infine, anche oggi riflettori su Leonardo (+0,28% a 9,32 euro) dopo che ieri il premier Draghi in audizione al Parlamento ha dichiarato che anche l’Italia alzerà la spesa militare al 2% del PIL. Non sono chiari i tempi dell’implementazione dell’aumento delle spese per la Difesa, con alcune fonti di stampa che recentemente hanno ipotizzato un incremento graduale raggiungendo l’obiettivo del 2% nel 2026-27. Leonardo genera oltre l’80% del fatturato nel business militare/governativo e lo scorso anno ha generato il 17% delle vendite in Italia e pertanto è ragionevole immaginare che sarà uno dei principali beneficiari di questa scelta.