Piazza Affari chiude debole, Banco BPM e FCA tra le peggiori. In corsa Enel
Chiusura fiacca oggi per Piazza Affari con il Ftse Mib a 19.899 punti (-0,57%). Pesa il nuovo aumento dei contagi negli Usa (superata quota 60 mila ieri) con il timore che scattino ulteriori misure di confinamento e quindi che questo rallenti la ripresa economica.
A Piazza Affari a tenere bene sono stati i titoli difensivi, in particolare Enel, titolo di maggior peso dell’indice Ftse Mib, in salita dell’1,39% a 8,086 euro. Bene anche Snam con +2,18%.
Sul fronte opposto spicca invece Fca (-2,08% a 8,796 euro). Secondo quanto si apprende dalla stampa, l’antitrust dell’Ue avrebbe esteso il termine per il risultato dell’indagine sul posizionamento dei due gruppi nel segmento dei minivan, facendolo slittare dal 22 ottobre al 13 novembre. Fidentiis conferma la sua view positiva su Fca (rating buy) perchè ritiene che “i prezzi attuali non incorporano il valore potenziale delle sinergie derivanti dalla fusione con Psa (superiore a 3,7 miliardi di euro) e le azioni sono attualmente negoziate con uno sconto del 14% rispetto al concambio con Psa (0,574 azioni Psa per ciascuna azione Fca, dopo la distribuzione del dividendo straordinario di 5,5 miliardi da parte di Fca, e di azioni Faurecia per un valore di 2,2 miliardi da parte di Psa).
Male anche STM con -2,89%. La peggiore giornata è stata Banca Generali a -3,78% a 26,5 euro complice l’eco mediatico dell’inchiesta del Financial Times su obbligazioni legate alla ‘ndrangheta per 1 mld di euro. Le cartolarizzazioni sarebbero state realizzate da un asset manager svizzero e successivamente offerte agli investitori tra il 2015 e il 2019 da Banca Generali. La banca ha fatto sapere che non aveva alcuna possibilità di sapere quali “notes” singole ci fossero nel pacchetto e comunque nessun cliente ha subito alcuna perdita.
Infine tra le banche seduta incolore per Banco BPM a -2,23%, male anche Intesa Sanpaolo a -1,3% che nelle precedenti sedute era stata la migliore tra le banche. Oggi è stato il terzo giorno dell’OPS di Intesa su UBI. IL presidente di Intesa, Gian Maria Gros-Pietro, ha sottolineato che l’operazione su Ubi non intende precludere la nascita di un terzo competitore sul mercato italiano. Gros-Pietro ricorda che la maggiore banca italiana si è impegnata, in caso di successo dell’Ops, a cedere a Bper ben 532 sportelli della nuova realtà per evitare posizioni lesive della concorrenza e del mercato. In tal modo Bper avrà più filiali di Ubi e una quota più elevata nella raccolta e negli impieghi di quella attuale detenuta da Ubi.