Piazza Affari chiude in corsa, scatto di Telecom Italia e Poste
Pronto recupero per Piazza Affari dopo l’avvio debole di ottava. I mercati si sono mossi con circospezione in una settimana povera di indicazioni macro. Torna a preoccupare l’andamento dell’obbligazionario con i Treasury di nuovo sotto pressione: il rendimento del decennale è tornato sui massimi a oltre 4 anni e le vendite sono state cospicue soprattutto nel tratto breve della curva in vista delle prossime aste (totali 240 mld $ nel corso della settimana).
L’indice Ftse Mib ha chiuso in progresso dello 0,46% a quota 22.673 punti.
Regina di giornata Telecom Italia con un balzo del 3% a 0,7186 euro. L’appuntamento del 6 marzo, con conti 2017 e presentazione del nuovo piano 2018-2020, è nel radar degli investitori che aspettano buone indicazioni per il business domestico e il tanto chiacchierato annuncio sullo scorporo della rete. Gli analisti si mostrano positivi su Telecom Italia con Mediobanca Securities che oggi ha confermato outperform sul titolo con target price ambizioso a 1,30 euro. Giudizio “accumulate” da parte di Banca Akros che pone il prezzo obiettivo a 1,12 euro. Tra i più ottimismi BofA Merril Lynch che ha reiterato il rating buy con prezzo obiettivo a 1,60 euro, più del doppio rispetto ai livelli attuali. Secondo la banca d’affari statunitense il nuovo piano sarà un importante catalyst con in grado di aggiungere valore per 0,69 euro tra spin-off (0,58 euro) e risparmi costi tramite esuberi (0,09 euro).
Acquisti anche su Poste Italiane (+1,71%) che ieri sera ha diffuso i conti 2017 che hanno evidenziato un utile netto salito dell’11% a 689 milioni di euro, mentre i ricavi hanno segnato un +1% a 33,4 miliardi. Proposto un dividendo di 0,42 euro per azione, in aumento del 7,7% rispetto al 2016.
Sul fronte opposto seduta difficile per Snam (-0,63%) e Italagas (-1,13%). Strappa il segno più Terna (+0,13%) che ha chiuso il 2017 con ricavi pari a 2,25 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 2,1 miliardi dell’anno prima, e un Ebitda salito da 1,54 a 1,6 miliardi. Gli investimenti hanno superato quota 1 miliardo contro i 900 milioni del 2016. L’indebitamento finanziario netto ammonta a circa 7,8 miliardi, in calo di circa 0,2 miliardi rispetto all’anno prima per effetto soprattutto della buona generazione di cassa.