Piazza Affari chiude l’anno in sofferenza, male le banche con salita spread. Fca miglior titolo del 2017
Ultima seduta dell’anno con Piazza Affari in affanno e Ftse Mib tornato sotto la soglia dei 22mila punti. Il mercato italiano, protagonista comunque di un anno molto positivo con crescita a doppia cifra (+14% circa il Ftse Mib), ha sottoperformato all’indomani dello scioglimento delle Camere deciso da Sergio Mattarella e decisione del consiglio dei ministri di indire le elezioni politiche per il prossimo 4 marzo. L’avvicinarsi delle urne aumenta l’incertezza con spread Btp-Bund in allargamento. Il mercato teme il rischio di instabilità politica post-elettorale alla luce dell’elevata probabilità di avere un parlamento diviso con nessuna coalizione in grado di raggiungere la maggioranza. Sull’umore degli investitori è pesato anche il nuovo rialzo dell’euro che ha avvicinato quota 1,20 contro il dollaro.
L’indice guida milanese ha chiuso con una flessione dell’1,14% a quota 21.869 punti. Male le banche con Bper (-2,72%) che vanifica il balzo della vigilia. Giù anche Banco Bpm (-1,58%) e Ubi Banca (-2,09%), con quest’ultima che non trova sufficiente sponda nel superamento dei requisiti minimi Srep a livello di patrimonializzazione. Per il 2018 la Bce ha fissato il nuovo livello minimo di CET 1 a 8,625% per l’istituto bergamasco. Giù anche Unicredit (-1,7%) che quest’anno è stata l’azione più scambiata a Piazza Affari.
Intanto oggi l’Abi ha rilasciato le stime per il triennio 2017-2019 con il livello degli Npl atteso dimezzarsi nel triennio scendendo a 42,5 miliardi di euro a fine 2019, 40 mld in meno rispetto a fine 2016. L’Abi ha anche aggiornato le stime di crescita vedendo il Pil italiano salire dell’1,5% nel 2017 e nel 2018 per poi accelerare a +1,6% nel 2019.
Scivolone sotto i 15 euro per Fca (-1,97% a 14,91 euro) che pè stato comunque il miglior titolo del Ftse Mib in questo 2017 con un balzo di oltre il 72%.
Tra i pochi titoli a salire spicca Pirelli (+0,28%) che è stata la maggiore Ipo europea di questo 2017. Si è salvata dalle vendite anche Ferragamo (+0,45%).