Piazza Affari chiude male (-1,1%): cadono i pezzi da novanta Eni, Intesa e Unicredit
L’indice Ftse Mib chiude a -1,1% a 18.668 una settimana intonata al ribasso. Segnali poco confortanti da oltreoceano con gli ordini dei beni durevoli degli Stati Uniti che sono saliti su base mensile di appena lo 0,4%, decisamente al di sotto rispetto all’aumento dell’1,5% atteso dal consensus e in forte rallentamento dal +11,6% di luglio.
Per l’Italia a poco è valsa oggi la lettura positiva della fiducia delle imprese, salita più del previsto a settembre e che conferma come il paese stia contenendo la seconda ondata del coronavirus molto meglio di altri paesi.
A Milano in deciso calo anche alcune big in particolare le due banche regine: -1,8% Intesa Sanpaolo e -2,3% Unicredit che si rimangia il tentativo di rimbalzo della vigilia. Tra le big calo dell’1,8% per ENi che conferma il momento difficile.
Tra gli industriali discesa dell’1,7% FCA e del 2,8% Pirelli.
Ancora una seduta difficile per Atlantia a -2,42% all’indomani delle decisioni del cda sul futuro Autostrade per l’Italia (Aspi) che ha avviato un processo ‘dual track’ per cedere l’88% di Aspi, che prevede il conferimento della quota in una Newco (Autostrade Concessioni e Costruzioni) e lo spin-off della società o, alternativamente, la sua vendita in blocco. “Lo spin-off di Aspi è condizionato all’approvazione del Pef (piano economico finanziario), mentre CDP dovrebbe effettuare un’offerta competitiva per avere il controllo della società. Rimangono quindi fondamentali le negoziazioni con CDP. Inoltre, la holding cedendo il 38% della Newco potrà ridurre il proprio debito”. Equita sottolinea inoltre che “alcune indicazioni del Pef includono manutenzioni più elevate delle attese, pari a 3 miliardi nel 2020-24 rispetto ai 2 miliardi attesi nel 2019-2023” e spiega che “le compensazioni per 3,4 miliardi non sembrerebbe includano le maggiori manutenzioni (incluse in tariffa), come ci saremmo attesi”. La sim milanese ha confermato la raccomandazione hold su Atlantia, con target price di 15 euro.
Tra i pochi titoli a salvarsi spicca Banco BPM (+2,35%) che già ieri era schizzata in avanti di quasi il 6% sui rumor di un possibile interesse di Credit Agricole. Sempre ieri alcune voci stampa hanno accennato anche l’ipotesi di un interesse di Unicredit a un deal con l’istituto guidato da Giuseppe Castagna.