Piazza Affari chiude male la settimana, debacle di Ferrari ed Eni
Piazza Affari paga l’andamento negativo di Wall Street dopo le payrolls Usa peggiori delle attese e la debacle di alcune delle big del listino milanese quali Eni e Intesa Sanpaolo. Il Ftse Mib ha così chiuso sui minimi di giornata a quota 16.384 punti (-2,67%).
Intesa Sanpaolo ha ceduto il 7,55% a quota 1,392 euro, sui nuovi minimi a quasi 7 anni. Prosegue la striscia negativa di Unicredit (-3,52% a 6,54 euro) che con il calo odierno si riporta sui minimi storici. Ieri è arrivato l’accordo con sindacati per 5.200 uscite attraverso pensionamenti anticipati volontari nei prossimi 4 anni con accesso al Fondo di Solidarietà di settore. “Sebbene le uscite volontarie siano inferiori alle aspettative (5.200 contro 6.000 previsti), consideriamo positivamente la conclusione dei negoziati con i sindacati in Italia, Germania e l’Austria con un risultato coerente con gli obiettivi del piano aziendale Team 23, che sono già integrati nelle nostre stime”, commentano gli analisti di Banca IMI.
Tra i singoli titoli spicca il tonfo di oltre il 5% di ENI dopo il balzo della vigilia in scia al rally record del petrolio sotto la spinta delle parole di Donald Trump. Il dietrofront ha coinvolto tutto il settore che nelle ultime settimane aveva recuperato con forza sovraperformando nettamente il mercato. Jp Morgan oggi ha confermato il giudizio underweight sul titolo ENI rivedendo al ribasso le stime sull’utile per azione (-5,8% quelle per il 2020 e -17,6% per il 2021).
Male infine Unipol scesa di oltre il 3%. La compagnia assicurativa bolognese ha deciso di attenersi strettamente alle richieste dell’IVASS, sospendendo la proposta di distribuzione del dividendo per l’esercizio 2019 (pari a 0,28 euro per azione).
Tra i pochi segni più spicca ancora una volta Atlantia (+3,85% a 13,2 euro) che nel corso della seduta si era spinta fino a +11% e ha inanellato la quarta seduta consecutiva in forte rialzo. A sostenere le quotazioni sono sempre le attese per una possibile fumata bianca nelle trattative con il governo per evitare la revoca della concessione autostradale.