Piazza Affari chiude male: Unicredit -2,8%, sorride solo Telecom
Piazza Affari apre l’ottava con il piede sbagliato nonostante i buoni riscontri dall’asta Bot, con tassi ai nuovi minimi da aprile 2018. L’indice Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,59% a quota 21.709 punti.
In attesa della riunione della Fed (30-31 luglio) con l’annuncio di un taglio dei tassi, oggi i mercati hanno guardato con preoccupazione alla ripresa domani e dopodomani delle trattative sul fronte commerciale tra Stati Uniti e Cina. Nessuna delle due parti appare segnalare molte speranze per una svolta in positivo.
Incertezza che pesa sui titoli più esposti alla questione dazi: Leonardo e Stm sono scese di circa il 2%,oltre -3% per Prysmian. Fca ha contenuto i cali a -0,97% in attesa dei conti trimestrali in agenda il 31 luglio. Tra le banche a soffrire maggiormente è stata Unicredit, scesa del 2,8%. Le stime di consensus pubblicate dalla banca sul proprio sito vedono l’utile netto balzare a 2,225 miliardi nel secondo trimestre, più che raddoppiato dagli 1,02 mld dell’analogo periodo 2018 in virtù di poste straordinarie per quasi un miliardo di euro relative alla cessione della quota del 17% detenuta in FinecoBank effettuata nel periodo in esame.
Giornata positiva invece per Enel (+0,58%) che in settimana diffonderà i conti del secondo trimestre. Molto bene anche Telecom Italia (+1,35%) che venerdì ha siglato la partnership con Vodafone sulle torri e per lo sviluppo del 5G. In particolare, dall’accordo sulla condivisione della rete mobile sono attese sinergie per 800 milioni di euro ciascuna in 10 anni. Oggi Equita ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo Tim da 0,58 a 0,62 euro, con raccomandazione buy confermata. La sim milanese ritiene che l’operazione sulle torri avrà un impatto del 5% sul target di ordinarie e risparmio”.
Lo spread Btp-Bund si è mosso anche oggi in rialzo rimanendo comunque sotto i 200 pb. Pesano ancora le tensioni politiche con i nuovi rumor di pressioni all’interno della lega per far cadere il governo e andare a elezioni a inizio 2020. Intanto nell’asta odierna, la penultima del mese, sono stati allocati titoli a sei mesi per 6,5 miliardi di euro al tasso di -0,210%, in calo di 15 punti base rispetto al tasso di -0,063% dell’asta di Bot di analoga durata tenuta il mese scorso. Solida la domanda che ha toccato quota 9,49 miliardi di euro, con un bid-to-cover (rapporto di copertura) di 1,46.
La settimana vedrà oltre alle aste (domani quella Btp per massimi 7,25 mld) anche il dato sul PIL del secondo trimestre e una raffica di trimestrali, tra cui le big Intesa Sanpaolo, Fca ed Enel.
Oggi intanto Nexi (+0,38%) ha riportati ricavi ed ebitda poco oltre le attese, alzando a 500 mln il target di ebitda per l’intero 2019. “Stiamo cominciando a dedicare tempo a esplorare il mondo esterno oltre i confini italiani”, ha detto agli analisti l’amministratore delegato di Nexi, Paolo Bertoluzzo, confermando che il tema del consolidamento è nell’agenda della società.