Piazza Affari inverte la rotta appesantita da crollo Pil, la regina è Ubi
Piazza Affari non riesce a non imboccare la strada dei rialzi nell’ultima seduta del mese di luglio, giorno in cui l’Istat ha comunicato la stima preliminare del Prodotto interno lordo (Pil) che nel secondo trimestre dell’anno ha registrato un crollo del 12,4%. “Una flessione meno grave di quanto atteso dalla maggior parte delle previsioni (la stima media era di un ribasso superiore al 15% e pari a quasi la metà del calo atteso dalle previsioni più negative circolate nelle ultime settimane”, commenta Roberto Gualtieri, ministero dell’Economia e delle Finanze, cercando in qualche modo di ‘smorzare’ la situazione, con l’Italia che è entrata nella recessione più grave della sua storia unitaria dopo quella degli anni della Seconda Guerra Mondiale. A Milano, l’indice Ftse Mib ha azzerato tutti i guadagni della prima parte della seduta chiudendo la settimana in ribasso dello 0,71% a 19.091,93 punti.
Protagonista indiscussa di giornata è stata Ubi Banca (+4,4%) all’indomani della chiusura dell’Ops di Intesa Sanpaolo (-1,6%) sulla banca guidata da Victor Massiah. Il risultato è stato ben al di sopra delle aspettative più ottimistiche: l’adesione degli azionisti di UBI Banca all’offerta di Ca’ de Sass è stata superiore al 90%. Una corsa rialzista che si spiega con il fatto che il boom delle adesioni riduce in misura significativa il flottante, che è inferiore al 9%. Con l’adesione superiore al 90%, inoltre, Intesa Sanpaolo è obbligata ad acquistare i titoli rimanenti dagli azionisti che ne dovessero fare richiesta.
Tonica in Borsa anche Poste Italiane (+1,9%) nel giorno della presentazione dei risultati finanziari. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante Poste Italiane ha confermato la sua strategia sul dividendo dopo conti migliori delle attese nel trimestre caratterizzato dall’emergenza Covid, che ha pesato soprattutto sul business della corrispondenza. Maggiori dettagli sul futuro arriveranno con l’aggiornamento del piano previsto a fine anno.
Giornata di conti anche per un’altra big del Ftse Mib: Fca che ha chiuso la seduta in calo del 2%. Per il gruppo presieduto da John Elkann il secondo trimestre del 2020 ha mostrato una perdita netta di 1,048 miliardi di euro. I ricavi sono scesi del 56% a 11,71 miliardi, con le consegne a livello globale che sono diminuite del 63% a 424.000 unità. Quanto al deal con Psa, Fca ha precisato nella nota odierna che “la crisi del Covid-19 ha sottolineato ulteriormente la logica stringente della fusione”.
Tra le peggiori del listino Cnh Industrial (-5,4%), ma anche Leonardo che ha completamente cambiato il passo dopo un avvio promettente, chiudendo la seduta in calo del 5,1% all’indomani dei risultati finanziari e della nuova guidance.