Piazza Affari soffre ancora, tonfo Btp fa male alle banche. Riparte Ferrari
Giovedì difficile per i mercati in generale con Piazza Affari che ha anche dovuto tornare a fare i conti con lo spauracchio spread. All’escalation della guerra commerciale tra Cina e Usa si è aggiunto il nuovo sell-off dai Btp. L’indice Ftse Mib, reduce dal calo di quasi il 2% della vigilia, ha chiuso anche oggi in affanno andando a cedere l’1,73% a quota 21.414 punti.
L’impennata dello spread tornato in area 250 pb con il mercato impensierito dall’incognita rappresentata dalla prossima legge di bilancio (oggi era previsto un primo summit tra gli esponenti di spicco del governo, che però stando alle ultime indicazioni sarebbe saltato). L’effetto Btp ha penalizzato le banche con cali superiori al 4% per Banco Bpm e Unicredit. Equita Sim ha stimato che un aumento strutturale dello spread di 100 pb comporta in media per le banche un’erosione di 37 punti base del capitale Core Tier 1.
A Piazza Affari riflettori anche oggi sui riscontri in arrivo dall’earning season. Tenaris ha pagato dazio con un calo superiore al 6 per cento. I profitti del gruppo hanno raggiunto quota 166 milioni di dollari, +127% rispetto ai 75 milioni registrati nell’analogo periodo del 2017, mentre i ricavi sono saliti del 44%, attestandosi a 1,79 miliardi. Il mercato si attendeva un fatturato di 1,78 miliardi, con profitti di 188,6 milioni.
Molto male anche Poste Italiane (-5,4%), anch’essa in affanno dopo i riscontri trimestrali nonostante l’utile sia andato oltre le attese con un balzo del 44%.
Tra i pochi segni più spicca ferrari (+4,02%). Dopo essere crollato ieri a seguito delle dichiarazioni del nuovo ceo Luois Camilleri, che ha definito ambiziosi i target indicati per la società al 2022, il titolo della casa di Maranello oggi hanno repentinamente invertito la rotta ed è andato a chiudere a 108,5 euro. Morgan Stanley ha confermato un giudizio ‘Equalweight’ indicando un target di prezzo più elevato delle attuali quotazioni, ossia 120 euro ritenendo che Ferrari ora riflette meglio i rischi per centrare i suoi obiettivi al 2022 e il nuovo team di gestione ispira fiducia. Perciò, continua la casa d’affari statunitense, gli azionisti devono avere fiducia in Camilleri. Fiducia anche da parte degli analisti di Equita che hanno confermato la raccomandazione di ‘Buy’ e confermando le stime al 2022, inferiori a quelle indicate dalla società.