Piazza Affari sotto la parità, nel radar dati macro e trimestrali
Avvio debole per le borse europee, dopo i rialzi di ieri in seguito alla riunione della Bce. A Piazza Affari il Ftse Mib arretra dello 0,2% in area 29.540 punti, con focus sulle trimestrali di diverse big cap. Acquisti in particolare su Eni (+2,1%) dopo i risultati del secondo trimestre, Hera (+1,3%) e Azimut (+1,1%). Realizzi su Stm (-2,4%) dopo il balzo precedente innescato dai conti, giù anche Amplifon (-2,2%).
Sessione negativa per i mercati asiatici dopo la mossa a sorpresa della Bank of Japan (BoJ) che, pur confermando i tassi di interesse negativi a -0,1% e la politica di controllo della curva dei rendimenti (YCC), ha annunciato una “maggiore flessibilità” nelle operazioni di mercato volte al controllo della curva stessa. Inoltre, malgrado la conferma della banda di oscillazione compresa tra il +0,5% e il -0,5%, offrirà anche l’acquisto di titoli di stato a 10 anni al tasso dell’1% attraverso operazioni a tasso fisso.
Chiusura sottotono, ieri sera, anche per Wall Street, dove si attende oggi il dato chiave sull’indice PCE core di giugno, un indicatore attentamente monitorato dalla Fed per valutare l’inflazione e orientare la propria politica monetaria. Le attese sono per un rialzo mensile dello 0,2% e un aumento annuo del 4,2%, in rallentamento rispetto al 4,6% di maggio.
Sul fronte macro, sono giunti i dati su Pil e inflazione della Francia (rispettivamente +0,9% a/a e +4,3% a/a, con dato core al 5%), in attesa dei prezzi al consumo e del Pil tedeschi, la fiducia dei consumatori dell’eurozona e i report su prezzi alla produzione e vendite industriali in Italia. Dagli Usa, in programma anche il sentiment dell’Università del Michigan.
Sul Forex, l’euro/dollaro resta a 1,096 dopo la discesa di ieri in scia alla riunione della Bce. L’istituto di Francoforte ha alzato i tassi come previsto di 25 punti base e ha confermato l’approccio guidato dai dati per le prossime decisioni, lasciando spazio a nuove strette così come ad una pausa.
Tra le materie prime il petrolio (Brent) si mantiene in area 83,7 dollari al barile. Tornano a salire i rendimenti sull’obbligazionario europeo dopo il calo della vigilia, con lo spread Btp-Bund pressoché invariato a 159 bp e il decennale italiano al 4,13%.