Piazza Affari sprofonda a -3,5%, castigate anche Enel e Intesa. Si salva Poste
Piazza Affari deraglia ancora. Il Ftse Mib ha chiuso a -3,5% a 20.800 punti, sui minimi da agosto 2019. Rispetto ai top del 19 febbraio, che corrispondevano con i massimi ultradecennali per l’indice guida di Piazza Affari, il crollo è del 18% circa. Intanto i tassi sui Treasuries a 10 anni hanno toccato un nuovo minimo storico, bucando la soglia dello 0,70% e scendendo fino allo 0,695%. Record minimo anche per i tassi a 30 anni, scesi fino all’1,279%.
Le payrolls statunitensi, risultate decisamente migliori delle attese a febbraio, non hanno contribuito a migliore l’umore dei mercati con Wall Street in forte calo anche oggi. Rimangono alte le attese le per mosse nelle prossime settimane di Bce e Fed, con quest’ultima che potrebbe fare altri tagli fino a portare i fed funds a zero.
Il numero di casi di coronavirus ha superato a livello globale quota 100.000 con aumento delle infezioni negli Stati Uniti, in Germania e Francia.
“Il vero timore per investitori non è il virus, ma gli effetti che lascerà una volta che sarà passato – scrive Vincenzo Longo, market strategist di IG – . Un evento esogeno di questa portata in un contesto straordinario (tassi negativi) può avere un effetto indiretto devastante sui mercati. L’azione Fed ne è testimonianza”.
Per quanto riguarda la situazione in Italia, il governo ha deciso di stanziare 7,5 miliardi per affrontare l’emergenza del coronavirus. La cifra è doppia rispetto ai 3,6 miliardi di euro inizialmente previsti.
Oggi sul parterre milanese spicca il -6,7% di Prysmian dopo i deludenti conti 2019. Molto male anche Atlantia (-8%) dopo la decisione del cda della controllata Autostrade di modificare il calendario degli eventi societari, avvalendosi del maggior termine di 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio per l’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea ordinaria.
Riesce a salire invece Poste (+3%) che ha alzato le previsioni per il 2020. Per l’anno in corso Poste ha alzato l’obiettivo dell’utile netto a 1,3 miliardi dal precedente 1,1 miliardi. I ricavi sono visti salire a 11,1 miliardi e l’Ebit posizionarsi a 1,8 miliardi (contro la precedente stima ferma a 1,6 mld) grazie a un maggior contributo della divisione Insurnace e Payments, Mobile&Digital.
Seduta traumatica per ENI (-6,69% a quota 10,234 euro), sui minimi che non vedeva dal lontano 2000. Crollo anche per Saipem con oltre -6%. Pesa il crollo fino a -9% delle quotazioni del petrolio nell’ultima ora dopo che la Russia ha posto il veto facendo saltare l’accordo per un taglio produttivo dell’Opec. Il comunicato dell’Opec+ (paesi Opec più Russia) alla fine del vertice odierno non fa nessun riferimento a tagli produttivi (ieri l’accordo era per un ulteriore taglio dell’output di 1,5 mln di barili) e indica che i paesi continueranno le consultazioni per una stabilizzazione del mercato petrolifero.
Tra le big calo di oltre il 3% per Enel e Intesa Sanpaolo. Giù del 2,99% Fca che ha toccati i minimi i dal 2017.