Pil Italia -11,2% in 2020, le stime monstre di Bruxelles. Gentiloni: è per periodo lockdown più lungo’
Il Commissario agli Affari economici e monetari Ue Paolo Gentiloni motiva le pessime stime della Commissione Ue sul Pil italiano con il lockdown, durato più del previsto.
Da segnalare che oggi Bruxelles ha tagliato ulteriormente l’outlook sulla crescita economica italiana, a causa degli effetti della pandemia da Covid.
Dalle nuove stime, emerge che l’Italia rimarrà la maglia nera del blocco, soffrendo nel 2020 la recessione più acuta dell’area, con -11,2% del Pil, peggio della contrazione del 9,5% prevista due mesi fa.
Il calo del Pil dell’Eurozona sarà decisamente minore, pari a -8,7%. Nel 2021 il Pil italiano segnerà invece una ripresa pari a +6,1% in linea con la media dell’eurozona.
Gentiloni ha spiegato il crollo previsto del Pil italiano, sottolineando che la “ragione di fondo è che l’Italia è stata relativamente il Paese con il periodo di chiusura più prolungato”. L’Italia, ha ricordato Gentiloni, “ha introdotto per prima il lockdown e dato che abbiamo visto l’impatto devastante che i lockdown hanno sulle economie, questo viene considerato”.
Nel corso della conferenza stampa con cui ha commentato le nuove previsioni economiche della Commissione, Gentiloni ha affrontato anche la questione del Patto di Stabilità e crescita – che è stato sospeso a causa dell’emergenza coronavirus COVID-19 – e del MES.
Riguardo al primo dossier, il commissario ha affermato che “dobbiamo esser onesti nel dire che non abbiamo precedenti”. A suo avviso, il patto dovrebbe essere riattivato non nel momento in cui l’economia si riprenderà, ma quando la stessa tornerà ai livelli precedenti l’esplosione della pandemia.
“Dobbiamo evitare una doppia recessione e al tempo stesso rimettere le nostre economie in un percorso di regole comuni”.
Sul MES Gentiloni si è complimentato con il lavoro svolto dalla Commissione europea, che ha deciso di escludere dal Fondo salva stati le condizionalità precedentemente apposte.
“Sappiamo benissimo che all’origine il Mes era nato con una finalità completamente diversa, e quindi aveva delle condizionalità macroeconomiche per definizione insite nel suo meccanismo”. Ma noi “abbiamo lavorato affinché queste condizionalità macroeconomiche venissero eliminate, perché la valutazione sulla sostenibilità del debito fosse fatta in contemporanea per tutti i paesi e prima dell’avvio della richiesta delle linee di credito, perché i report sull’utilizzo delle linee di credito si riferissero solo alle spese sanitarie”.
Gentiloni ha parlato di “buon lavoro” svolto dalla Commissione, precisando al contempo che “rimane il fatto che spetta ai singoli governi decidere se e quando utilizzare” le risorse del MES.