Prestiti in aumento, ma non per chi ha un contratto a tempo determinato
Lavoratori precari alla larga dai prestiti. Sebbene la richiesta di credito continui ad aumentare in Italia, questo non vale per coloro che hanno un contratto a tempo determinato. Una tendenza che conferma come le banche siano diventate più prudenti ma anche come i lavoratori stessi siano meno predisposti a indebitarsi e ad assumersi impegni a medio e lungo termine.
Secondo una analisi realizzata da Facile.it, la percentuale dei lavoratori precari che ha cercato di ottenere un prestito personale si è ridotta, passando dallo 0,31% del 2016 allo 0,17% del 2017. Nello stesso periodo, di contro, si è registrato un aumento della percentuale di dipendenti privati a tempo indeterminato che hanno chiesto un finanziamento, cresciuta dal 62,38% del 2016 al 65,96% del 2017, così come quella dei lavoratori autonomi, passata dal 9,18% (2016) all’11,72% (2017).
In calo anche le somme che i lavoratori a tempo determinato hanno cercato di ottenere dalle società del credito. Nel 2016 la richiesta media (a fronte di uno stipendio di 1.324 euro) era pari ad 8.557 euro da restituire in 58 mensilità, mentre nel 2017 è stata pari a 8.247 euro (-3,6%), con un piano di restituzione di 51 mesi.