Recovery Fund, Conte al Senato: ‘Ue all’altezza della sua storia, freno emergenza non è diritto di veto’. E cita Delors
“Ho ritenuto mio dovere essere qui per riferire sul Consiglio europeo che ha assunto decisioni di portata storica”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo in Aula al Senato.
E’ stato, ha continuato, “un vertice straordinario in termini di complessità, in linea con la posta in gioco. L’intesa rappresenta un passaggio fondamentale: l’Europa è stata all’altezza della sua storia, della sua missione e del suo destino. Ha saputo rispondere con coraggio e visione fino ad approvare un ambizioso programma di rilancio: si è realizzato ieri un radicale mutamento di prospettiva”.
Ieri Conte e i leader Ue hanno annunciato di aver raggiunto un accordo sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro, ripartito in 390 miliardi sotto forma di sussidi e 360 miliardi in prestiti. All’Italia la fetta più grande della torta, in tutto 209 miliardi.
Anche nel momento in cui la “rigidità delle posizioni sembrava insuperabile” è continuata a maturare, comunque, la “consapevolezza del profondo senso di responsabilità: non potevamo fallire, accedere a un mediocre compromesso o rinviare”, ha sottolineato, riferendosi alle condizioni inizialmente rigide che i Paesi Frugali – Olanda, Austria, Danimarca e Svezia – hanno tentato di imporre.
Sulle varie interpretazioni che sono circolate nelle ultime ore sul cosiddetto freno di emergenza, il premier Giuseppe Conte ha tenuto a precisare che non si tratta di un diritto di veto.
“Nelle ultime ore, poco prima che si chiudesse il negoziato, abbiamo ottenuto una rimodulazione del ‘freno di emergenza’ ottenendo che nel Consiglio, ove mai fosse investito con specifiche e motivate richieste, ci sia una semplice discussione, escludendo la capacità decisionale e che la sospensione dovrà essere di tre mesi”.
“Sono state richiamate espressamente – ha continuato il presidente del Consiglio – le competenze e gli articoli del Trattato che richiamano i poteri della Commissione e abbiamo chiesto un parere legale della Presidenza del Consiglio europeo da allegare agli atti. Abbiamo ottenuto che non venissero compromessi i meccanismi decisionali e l’efficacia del programma”. Di conseguenza, il Recovery Fund “non potrà prevedere il diritto di veto evitando passaggi all’unanimità che avrebbero innescato derive pericolose”.
Conte ha sottolineato anche che “il piano della ripresa sarà un lavoro collettivo”, aggiungendo che il governo si confronterà “con il Parlamento”. In ogni caso: “dobbiamo anche lavorare per alimentare la fiducia nelle istituzioni italiane e nell’Europa”.
Il discorso si è concluso citando Jacques Delors. Il 10 febbraio 1993 in occasione dell’investitura della Commissione Ue, Delors disse: “E’ veramente giunto il momento di ricollocare il fiore della speranza al centro del giardino europeo”.