Rush finale del Ftse Mib che riduce perdite, Ferragamo sfiora il +10%
Piazza Affari archivia una seduta sull’ottovolante. L’indice Ftse Mib cede alla fine lo 0,14% a quota 20.863 punti, recuperando con forza nel finale grazie alla possibilità che il presidente Donald Trump rinvii di sei mesi l’avvio delle tariffe automobilistiche e questo per dare più tempo ai negoziati con Europa e Giappone. Il rumor riportato dall’agenzia Bloomberg ha spinto in positivo le Borse con Wall Street che ha cancellato le sue precedenti perdite.
In Italia focus sulle tensioni sui Btp in scia alle dichiarazioni di Salvini circa il possibile sforamento dei vincoli Ue sul fronte deficit e debito. Il premier Conte ha inoltre alimentato le preoccupazioni in vista della legge di bilancio 2020. “Evitare l’aumento dell’Iva non sarà facile”, ha detto Conte. Lo spread Btp Bund in giornata è salito fino a 290 pb, con il ministro Tria che è intervenuto in veste di pompiere definendo “ingiustificate” le tensioni sui titoli di Stato italiani.
Sul parterre di Piazza Affari vola a +9,8% il titolo Salvatore Ferragamo. La maison fiorentina del lusso ha riportato nel primo trimestre del 2019 ricavi in rialzo del 4,3% a 317 milioni di euro, l’Ebitda rettificato che è aumentato del 4,1% a 34 milioni e l’utile netto che ha mostrato una crescita del 23,5% a 11 milioni a fronte dei 9 milioni dell’analogo periodo nel 2018. I risultati hanno battuto le attese del mercato, e in particolar modo il consensus Bloomberg che indicava un fatturato di 315 milioni e un Ebitda di 33,7 milioni.
Bene anche Stm (+3,3%) che dà seguito al rally della vigilia. La società ha confermato i target 2019 con crescita degli utili grazie alle maggiori vendite a clienti del settore automobilistico, industriale e degli smartphone.
Tra i migliori titoli di giornata anche quelli della galassia Agnelli che beneficiano delle speranze di rinvio della deadline sui dazi auto. Fca ha guadagnato l’1,5%, +1,18% Ferrari e +1,03% Exor. Molto bene anche il titolo Juve (+2,75%).
Ancora in calo Unicredit (-0,67%) nonostante la smentita del rumor circa l’affidamento di un mandato a Lazard e Jp Morgan per studiare una possibile offerta per rilevare Commerzbank. Giù anche l’altra big Intesa Sanpaolo (-0,86%) complice la debolezza di tutto il settore in Europa a seguito dei deboli riscontri dalle trimestrali di Abn Amro e Credit Agricole.