Russia al voto: mercati apatici alle elezioni, focus su petrolio e sviluppi geopolitici (analisti)
Dopo le elezioni italiane, domenica 18 marzo un altro Paese sarà chiamato alle urne. Si tratta della Russia che esprimerà la sua preferenza per eleggere il”nuovo” presidente con Vladimir Putin a caccia di un quarto mandato. “Da un punto di vista finanziario, l’appuntamento russo, così come le questioni politiche domestiche, non dovrebbe avere alcun impatto nel breve termine”, sostiene Markus Schneider, economista Eastern Europe e Middle East di AllianceBernstein, che ha analizzato i punti salienti di questo appuntamento elettorale, sottolineando come le vicende politiche di Mosca è altamente improbabile che influenzeranno l’andamento del mercato che rimarrà proiettato su altri elementi. A dominare sono sanzioni internazionali e prezzo del petrolio, che incidono sulla finanza in maniera inversamente correlata rispetto all’impatto che hanno sulla popolarità del numero uno di Mosca.
“Nel 2018 – rimarca l’economista – a mantenere acceso l’interesse degli investitori continueranno ad essere gli sviluppi geopolitici e le possibili oscillazioni del prezzo del petrolio. In particolare, l’agenda degli eventi ad alto impatto vede le elezioni intermedie americane, le prospettive di una possibile maggioranza democratica al senato e le probabilità di un rafforzamento delle sanzioni internazionali contro la Russia”.
Anche in questo caso, prosegue l’esperto, possiamo dire che politica e finanza, in prospettiva russa, non sono positivamente correlate: anche se importanti per i mercati, infatti, è altamente improbabile che ulteriori sanzioni o nuovi tracolli del petrolio intacchino il potere del presidente Putin. Al contrario, le prime alimenterebbero il già popolare sentimento antagonista nei confronti dell’occidente, mentre le riforme fiscali applicate negli ultimi anni permetterebbero alla Russia di gestire piuttosto bene un barile debole.