Salvini apre a taglio parlamentari e voto subito, ma viene sconfitto in aula
“Tagliamo i parlamentari la settimana prossima e poi andiamo subito al voto”. Il leader della Lega Matteo Salvini sorprende tutti nel suo discorso all’aula del Senato porgendo il ramoscello d’ulivo agli ormai ex alleati del M5S per cercare di trovare una sponda nella richiesta di elezioni anticipate il prima possibile.
Mossa che non ha cambiato le previsioni della vigilia sul voto dei senatori relativo al calendario dei lavori. Il centrodestra ha chiesto di calendarizzare subito la mozione di sfiducia al premier Conte; di contro Pd e Cinque stelle, ma anche LeU e Autonomie, hanno votato compatti per spostare a martedì 20 alle ore 15 le comunicazioni del premier, che Conte ripeterà poi alla Camera il 21.
L’apertura di Salvini al taglio di 345 parlamentari ha comunque sparigliato le carte e la legge tornerà in Aula giovedì 22. Non mancano le perplessità, come rimarca oggi l’articolo di apertura de La Stampa: una volta votata la riforma, si può andare a votare subito? «Sì, c’è il precedente della riforma costituzionale del 2005 – si dicono certi dalla Lega – il referendum fu poi organizzato successivamente, nel 2006». Ma dal Movimento, prosegue il quotidiano torinese, Di Maio si dice sicuro che no, c’è l’inghippo: il 20 agosto al Senato Conte farà le sue comunicazioni, se il Carroccio voterà contro, potrebbe essere sfiduciato. A quel punto, spiega il ministro del Lavoro, il calendario della Camera verrebbe congelato. «Se la Lega sfiducia Conte lo fa solo per non tagliare i parlamentari due giorni dopo», deduce il capo grillino.