Schroders taglia stime Pil Eurozona, focus su guerra commerciale e politica Italiana
Schroders rivede al ribasso le prospettive economiche per la Zona euro. Gli esperti dell’istituto britannico si attendono un Pil dell’Eurozona per il 2018 in crescita al ritmo del 2% rispetto al 2,4% indicato in precedenza. “Si tratta del nostro secondo downgrade consecutivo, riconducibile principalmente alle attese di un’intensificazione delle guerre commerciali e al conseguente impatto sulla performance esterna dell’Eurozona. Il 2019 dovrebbe seguire una traiettoria simile: la domanda domestica dovrebbe tenere bene, ma le continue tensioni commerciali freneranno quella esterna, motivo per cui abbiamo rivisto al ribasso le nostre previsioni dal 2,1% all’1,7%”, spiega Azad Zangana, senior european economist and strategist di Schroders, secondo il quale “in termini di politica monetaria, la Banca Centrale Europea è tornata in modalità attendista dall’ultimo aggiornamento della forward guidance di giugno. In particolare, l’Eurotower sta monitorando due rischi cruciali: il primo riguarda l’impatto che il peggioramento dello scenario esterno avrà sull’economia dell’Eurozona, mentre il secondo è rappresentato dalla situazione politica in Italia”.
L’esperto si sofferma, in particolare, sull’Italia. “Il Governo italiano formulerà una proposta di legge di bilancio nei prossimi mesi, che sembrerebbe orientata verso un ridotto pacchetto di stimoli fiscali – afferma Zangana -. Tuttavia, esiste il rischio che il Governo populista intraprenda una battaglia contro la Commissione Europea. Questa seconda eventualità potrebbe innescare quello che abbiamo ipotizzato come lo ‘Scenario di una crisi del debito italiano”. Questo esercizio teorico, osserva ancora l’economista, prevede un drastico aumento dei rendimenti dei Titoli di Stato dell’Italia, con il conseguente allargamento dello spread e il deprezzamento dell’euro. Anche la crescita dell’Eurozona verrebbe danneggiata seriamente in questo scenario. Una situazione simile potrebbe essere risolta solo con il ripristino da parte della BCE del QE e l’insediamento di un Primo Ministro tecnico.