News Finanza Notizie Italia Società quotate: per il 65% il 2019 sarà un’annata da dimenticare dal punto di vista economico

Società quotate: per il 65% il 2019 sarà un’annata da dimenticare dal punto di vista economico

8 Aprile 2019 16:50

Il 2019 sarà un anno peggiore dei precedenti dal punto di vista economico: così pensa il 65% delle oltre 100 aziende quotate in Borsa intervistato per un sondaggio realizzato dall’agenzia di comunicazione Klaus Davi & Co.

Per il 20% quest’anno sarà sostanzialmente uguale, mentre per il 10% dipenderà dall’esito del prossimo turno elettorale, infine per il restante 5% dipende dalla stabilità del governo italiano. Un 60% invece sostiene che il 2018 è stato positivo. Mentre le elezioni di marzo hanno avuto un effetto negativo sull’economia per il 15%. Per ben il 40% delle aziende intervistate la reputazione politica del nostro paese è giudicata ‘pessima’ e per il 35% addirittura deteriorata. Così Franceschini della Autoimmobiliare: “il 2019 sarà peggiore delle aspettative e il governo dovrebbe abbattere subito il cuneo fiscale”. Gli fa eco il dottor Canale di SAES Group che auspica “un detassamento delle aziende che investono”. Simone Pratesi di B&C Speakers ha chiuso un 2018 positivo ma auspica uno “snellimento dei processi civili”. Caterina Maggi di Bomi Italia è convinta che per migliorare l’economia bisogna puntare sulla ricerca e la formazione universitaria. Alberto Azario rivolge un pensiero al sud: “bisogna abbattere le imposte per le aziende operanti al sud”. Sulla stessa linea Simone Ranucci Brandimarte (Gruppo Digitouch): “incentivare le aziende al nord ad assumere al sud tagliando al 100% i costi sociali”. La “lotta alla contraffazione” è una priorità per Paolo La Pietra di First Capital mentre Daniela Filbier (Gruppo GPI) bisogna migliorare il contesto in cui operano le imprese.

Il sondaggio ha chiesto alle società quotate anche quale, a loro dire, sono i provvedimenti più importanti che l’esecutivo dovrebbe adottare? Per il 9% detassare chi assume personale, per il 50% detassare chi investe, per il 41% snellire le incombenze burocratiche. Inoltre, per il 25% delle società intervistate anche il 2018 è stato peggiore delle aspettative.