Stangata rincari: la top ten dei prodotti il cui prezzo è salito di più
La riapertura ha messo alla ribalta alcuni rincari sospetti da parte di bar e parrucchieri. Ma già prima, nel corso del lockdown, gli italiani hanno dovuto fare i conti con una moltitudine di rincari nonostante l’inflazione ad aprile sia risultata ferma (complice anche l’effetto del crollo dei prezzi energetici).
L’Unione Nazionale Consumatori ha elaborato gli ultimi dati Istat per stilare la classifica dei prodotti più rincarati durante l’emergenza Covid. A fronte di un’inflazione che nel mese di aprile ha registrato una variazione nulla su base tendenziale e dello 0,1% su base mensile, la farina è rincarata dell’1,5% in un solo mese, le patate, molto ricercate per la loro caratteristica di conservarsi più a lungo, si collocano in terza posizione con +3,7% (+5,7% su base annua), il pane confezionato, le cui vendite sono aumentate per non uscire tutti i giorni ad acquistare pane fresco, è in quinta posizione dell’1,7% (+3,8% su aprile 2019), detergenti e prodotti per la pulizia della casa in sesta posizione con +1,6% (+3,3% nei dodici mesi), uova in ottava posizione, con +1,3% (+3,1% annuo), latte conservato in nona posizione con +1,2% (+3,8% su anno), altri prodotti medicali come i disinfettanti in decima posizione, con +1%.
“Non è un caso se l’Antitrust ha avviato un’indagine preistruttoria sull’andamento dei prezzi dei generi alimentari di prima necessità, detergenti e disinfettanti. Certo per questi prodotti si è registrato un aumento della domanda, ma questo non può spiegare incrementi dei prezzi così elevati, specie se si considera che si tratta di dati medi e che molti commercianti e supermercati hanno responsabilmente tenuto fermi i listini” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.