Stati Uniti: l’80% dei cicli di rialzo dei tassi da parte della Fed è finito in recessione
L’impennata dei prezzi dell’energia (m anche delle materie prime in generale) scattata in risposta al conflitto Russia-Ucraina fa prevedere un’inflazione più alta più a lungo, con una compressione più profonda dei redditi reali. Il timore, che si sta diffondendo sui mercati, è avanzato anche da Silvia Dall’Angelo, Senior Economist per la divisone internazionale di Federated Hermes.
“Sarà difficile per la Fed, che segue l’andamento della curva, calibrare una risposta che riesca a contenere l’inflazione senza danneggiare troppo la crescita ed il mercato del lavoro”, afferma l’esperta.
I mercati obbligazionari sono stati sempre più scettici mentre il differenziale tra i rendimenti USA a 2 e 10 anni si è ridotto ulteriormente negli ultimi giorni. “Se da un lato non esiste una relazione meccanica tra un’inversione della curva ed una fase recessiva, dall’altro un’inversione avrebbe come minimo un effetto psicologico negativo per quanto riguarda i timori di recessione”, ribadisce Silvia Dall’Angelo.
Anche l’esempio della storia non fornisce tanto conforto, mostrando come i cicli di rialzo della Fed siano finiti con una recessione l’80% delle volte dagli anni ’70.