Telecom cala a picco, arriva a cedere oltre il 7%
Telecom Italia continua a sprofondare a Piazza Affari aggiornando il minimo storico. Il titolo della maggiore tlc italiana è arrivata a cedere oltre il 7% a 0,441 euro, dopo aver ceduto il 10% nelle due precedenti sedute. Negli ultimi nove mesi le azioni TIM hanno lasciato sul terreno circa il 50%. Il crollo in Borsa si è riflesso sulla capitalizzazione che, considerando le azioni ordinarie e le risparmio, ora si aggira sui 9,2 miliardi di euro.
A pesare sulle quotazioni il warning sui conti 2018 e l’addio ai target del piano Genish divenuti irrealizzabili principalmente per le difficoltà sopraggiunte sul mercato domestico. L’effetto Iliad e non solo sono tra le cause di un flop che ha indotto il cda di TIM di giovedì scorso ad archiviare definitivamente gli obiettivi del piano e prevedere un nuovo inizio con la formulazione di un nuovo piano entro il 21 febbraio.
Come se non bastasse è arrivata anche la bocciatura da parte dell’Agcom del progetto di separazione volontaria della rete Telecom in una società ad hoc, presentato a marzo dello scorso anno dalla compagnia telefonica allora guidata dal manager israeliano Amos Genish.
Ora il management di TIM starebbe studiando che strade intraprendere nell’ottica di mantenere il controllo della preziosa infrastruttura che garantisce margini elevati. Le ultime indiscrezioni, riportate da Radiocor che cita fonti vicine a Elliott, azionista di TIM con l’8,8% del capitale, suggeriscono che sarà convocato al più presto un tavolo sull’ipotesi di rete unica tra Telecom Italia e Open Fiber.