Tria: Def entro 10 aprile, prematuro parlare di manovra correttiva. E ricorda la ‘caparra’ trattenuta dall’Ue
“Il documento di economia e finanza (Def) verrà presentato secondo i termini di legge”, ovvero entro il 10 aprile. Nel Def l’esecutivo deve aggiornare le stime sulla crescita e i target di finanza pubblica. E’ quanto ha detto il ministro dell’Economia Giovanni Tria al Question time alla Camera rispondendo a un’interrogazione di Leu.
Il ministro ha aggiunto che parlare di “una eventuale manovra correttiva risulta alquanto prematuro a poco più di due mesi dal confronto con le istituzioni europee che hanno valutato positivamente la manovra di bilancio a seguito del negoziato”.
Tria ha anche ricordato che “sono state accantonate e rese indisponibili” risorse “per due miliardi di euro”, spiegando che “qualora dal monitoraggio dell’andamento dei conti pubblici la situazione si mostrasse coerente con gli obiettivi programmatici, al netto di maggiori entrate e dismissioni, tali accantonamenti, con delibera del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia, potranno essere resi disponibili. Questi margini di riserva appaiono più che sufficienti”.
Il riferimento è alla “caparra” trattenuta dalla Commissione europea in concomitanza alla decisione di dire sì alla manovra del governo M5S-Lega. Si tratta di due miliardi di euro che sono stati ‘sequestrati’ da Bruxelles.
Dal maxi-emendamento alla manovra era risultato infatti che il governo si era trovato costretto a congelare, praticamente, una somma di due miliardi di euro per rassicurare la Commissione.
Al fine di garantire il rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, si legge nel documento reso noto successivamente al sì Ue alla legge di bilancio, “è assicurato il monitoraggio continuo dell’andamento dei conti pubblici”. In particolare, il monitoraggio degli andamenti tendenziali della finanza pubblica effettuato con il Def e la nota di aggiornamento sarà “aggiornato entro il mese di luglio”.
A quel punto, il ministro dell’Economia -stando a quanto si legge nel maxi emendamento – informerà il Cdm degli andamenti “entro i dieci giorni successivi”. E se “l’andamento dovesse risultare “coerente” con quanto concordato tra l’Ue e l’Italia, i 2 miliardi potranno essere sbloccati e “resi disponibili”.
Fino ad allora, Bruxelles li tratterrà, come se fossero praticamente una vera e propria caparra.
Sul rischio di una manovra correttiva, già a dicembre, nell’annunciare la decisione della Commissione di non avviare la procedura di infrazione a carico dell’Italia, il numero due della Commissione Valdis Dombrovskis aveva praticamente confermato i timori che, già a gennaio, Roma potesse dover fare i conti con il rischio di una manovra correttiva. Ma Tria ritiene che sia prematuro parlarne.