Trump e il greggio spingono le borse europee
L’allentamento delle tensioni sul fronte commerciale, l’amministrazione Usa ha scelto un approccio soft per bloccare gli investimenti cinesi nelle aziende statunitensi, e la risalita del greggio permettono alle borse europee di chiudere la seduta con il segno più.
A Londra il Ftse100 si è fermato a 7.621,69 punti, +1,11%, il tedesco Dax è salito dello 0,93% a 12.348,61 e il Cac40 ha segnato un +0,87% a 5.327,20.
A livello di singoli settori, spicca il +2,5% del comparto energetico che ha capitalizzato i rialzi messi a segno da Brent (+2,27% a 77,87$) e WTI (+3,33% a 72,88$). Oltre all’attesa di un calo dell’output che, a dispetto dell’incremento varato dall’Opec, potrebbe scendere di 3 milioni di barili giornalieri a causa del blocco dell’export iraniano (2,2 milioni) e di quello libico (0,8 milioni), nella seconda parte indicazioni rialziste per l’oro nero sono arrivate dall’aggiornamento relativo gli stock della prima economia.
Nella settimana al 22 giugno, le scorte di petrolio statunitensi sono scese di 9,9 milioni di barili facendo registrare il calo maggiore da inizio anno. Gli analisti avevano stimato un rosso di 2,4 milioni di barili.