USA: PCE, misura chiave dell’inflazione per la Fed, è aumentata del 2,8% a marzo
L’inflazione ha mostrato pochi segni di rallentamento nel mese di marzo, con l’indice PCE, barometro chiave che la Federal Reserve osserva con attenzione e che mostra che le pressioni sui prezzi rimangono elevate.
L’indice dei prezzi delle spese per i consumi personali, al netto di cibo ed energia, è aumentato a marzo del 2,8% rispetto a un anno fa, come a febbraio, ha riferito venerdì il Dipartimento del Commercio. Questo dato è stato superiore al 2,7% stimato dal consenso del Dow Jones.
Includendo cibo ed energia, l’indicatore dei prezzi PCE a tutte le voci è aumentato del 2,7%, rispetto alla stima del 2,6%. Su base mensile, entrambe le misure sono aumentate dello 0,3%, come previsto.
I mercati non hanno avuto grossi scossoni dopo la pubblicazione di questi dati, con Wall Street pronta ad aprire in rialzo. I rendimenti del Tesoro sono scesi, con il titolo decennale di riferimento al 4,67%, in calo di circa 0,4 punti percentuali.
I consumatori americani hanno dimostrato di continuare a spendere nonostante l’elevato livello dei prezzi. La spesa personale è aumentata dello 0,8% sul mese, un po’ di più rispetto alle stime dello 0,7%. Il reddito personale è aumentato dello 0,5%, in linea con le aspettative e superiore all’aumento dello 0,3% di febbraio.
Con l’inflazione ancora in fase di crescita a due anni dall’inizio della sua ascesa verso il livello più alto degli ultimi 40 anni, i responsabili delle politiche delle banche centrali osservano i dati con ancora maggiore attenzione, mentre valutano le prossime mosse di politica monetaria.
La Fed ha come obiettivo un’inflazione del 2%, un livello che il PCE core ha superato negli ultimi tre anni. La Fed osserva il PCE in particolare perché tiene conto dei cambiamenti nel comportamento dei consumatori e attribuisce un peso minore ai costi degli alloggi rispetto all’indice dei prezzi al consumo più diffuso del Dipartimento del Lavoro. I dato macro-economici, appena rilasciati, potrebbero costringere la Fed a mantenere la linea sui tassi di interesse almeno fino all’estate, a meno che non ci siano cambiamenti sostanziali nei dati.
Pur osservando sia le misure headline che quelle core, i funzionari della Fed ritengono che il dato, al netto di cibo ed energia, fornisca una visione migliore delle tendenze di lungo periodo, poiché queste due categorie tendono a essere più volatili.