Wall Street: avvio in calo con Tesla a -5%, Ism servizi sopra attese
Partenza sottotono per Wall Street, con cali intorno all’1% per Dow Jones, S&P500 e Nasdaq. Gli operatori restano intenti a valutare gli ultimi dati macroeconomici e le potenziali implicazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve.
La scorsa settimana il presidente Jerome Powell ha aperto ad un rallentamento nel ritmo delle strette sui tassi, alimentando l’aspettativa di un ritocco da 50 punti base nel meeting del 13-14 dicembre del Fomc.
Tuttavia, il job report diffuso venerdì ha evidenziato un incremento oltre le attese delle buste paga (263 mila) e un’accelerazione delle pressioni sui salari. Dati che fanno pensare ad un inasprimento monetario prolungato, con il mantenimento del costo del denaro su livelli restrittivi per un tempo superiore alle precedenti stime.
In giornata sono stati pubblicati gli indici Pmi servizi e composito finali di novembre. L’indicatore sul settore terziario statunitense registra una contrazione più marcata rispetto al mese precedente, attestandosi a 46,2 punti dai 47,8 di ottobre. L’indice composito passa da 48,2 a 46,4 punti. Entrambi sono lievemente superiori alle stime preliminari.
L’indice Ism servizi di novembre, invece, mostra un miglioramento inatteso a novembre, passando da 54,4 a 56,5 punti (consensus 53,5). Gli ordini di fabbrica registrano un incremento dell’1% a ottobre (rispetto al +0,7% atteso), mentre i beni durevoli di ottobre aumentano dell’1,1% (da +1% della stima preliminare).
Sul Forex il dollaro recupera terreno nei confronti delle altre valute, con l’euro/dollaro in calo a 1,051 e il cambio tra biglietto verde e yen in rimonta a 136,1. Sull’obbligazionario, il rendimento del Treasury statunitense si incrementa al 3,57% e quello del biennale al 4,33%.
Per quanto riguarda l’azionario Usa, crolla Tesla (-5%), in scia ai rumors su una possibile riduzione volontaria della produzione nella fabbrica di Shanghai già a partire da questa settimana. La mossa, che segnala un rallentamento della domanda cinese, riguarderebbe circa il 20% della produzione a pieno regime.