News Finanza Indici e quotazioni Wall Street contrastata, rumor restrizioni Nasdaq su società cinesi dopo caso Luckin Coffee

Wall Street contrastata, rumor restrizioni Nasdaq su società cinesi dopo caso Luckin Coffee

19 Maggio 2020 15:54

Wall Street contrastata, in attesa dell’audizione (virtuale) del presidente della Federal Reserve Jerome Powell e il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin alla Commissione sulle banche del Senato.

I due aggiorneranno per la prima volta il Congresso Usa sulla risposta economica data alla pandemia del coronavirus. Il Dow Jones cede lo 0,58% a 24.454; lo S&P arretra dello 0,29% a 2.945, il Nasdaq è invece in rialzo e sale dello 0,22%, a 9.255 punti.

Focus sui rumor riportati da Reuters, secondo cui il Nasdaq starebbe valutando misure che potrebbero rendere più difficile, per le società cinesi, riuscire a quotarsi nella piattaforma hi-tech.

In particolare, il Nasdaq richiederebbe alle società di alcuni paesi – senza emanare alcuna disposizione chiaramente anti-Cina – di raccogliere $25 milioni con le operazioni di Ipo oppure il 25% del valore della loro capitalizzazione di mercato, una volta approdate sul listino.

La piattaforma avrebbe preso questa decisione dopo il caso di Luckin Coffee, la catena di caffetterie più grande della Cina, rivale di Starbucks quotata sul Nasdaq che, lo scorso mese, ha reso noto di aver gonfiato i numeri sulle vendite del 2019.

Il titolo del gruppo è stato sospeso lo scorso 7 aprile, in “attesa di ulteriori notizie richieste dal Nasdaq”. La società ha comunicato oggi di aver ricevuto una notifica di delisting dal mercato lo scorso 15 maggio. Prima della sospensione, il titolo era crollato dell’89% dall’inizio dell’anno.

Dal fronte macroeconomico, occhio al crollo dei nuovi cantieri negli Stati Uniti, a causa degli effetti del coronavirus. Nel mese di aprile, i nuovi cantieri residenziali Usa sono precipitati al minimo in cinque anni, con un tonfo del 30,2%, al tasso annualizzato adjusted di 891.000 unità, in forte calo rispetto a 1,276 milioni di unità del mese di marzo. Il livello è il più basso dall’inizio del 2015. Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto un ribasso limitato a 927.000 unità. Il dato è stato dunque peggiore delle stime.

Intanto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nelle ore precedenti, è tornato ad accanirsi contro l’Organizzazione mondiale della Sanità, minacciando di nuovo il ritiro dei fondi Usa.

In una lettera inviata allo stesso numero uno dell’OMS (WHO World Health Organization) Tedros Adhanom Ghebreyesus, Trump ha accusato l’organizzazione di “errori commessi in modo ripetuto” nella gestione del coronavirus, minacciando lo stop permanente dei contributi finanziari, a meno di un impegno, da parte dell’OMS, a “fare grandi e significativi miglioramenti nei prossimi 30 giorni”.