Wall Street: futures accelerano al ribasso, Nasdaq -0,93%. Tassi Treasuries 10y oltre il 3,6%
Sentiment negativo sull’azionario globale: a Wall Street i futures sui principali indici azionari Usa accelerano al ribasso, continuando a scontare la pubblicazione del report occupazionale Usa di gennaio, che ha alimentato forti dubbi sulla possibilità che la Federal Reserve di Jerome Powell sia vicina alla conclusione nel suo percorso di rialzi di tassi.
Alle 13.35 ora italiana, i futures sul Dow Jones scendono dello 0,60%, quelli sullo S&P 500 arretrano dello 0,77%, mentre quelli sul Nasdaq scivolano dello 0,93%.
Gli analisti giustificano il trend in parte con il fenomeno delle prese di profitto, dopo i forti guadagni che hanno portato l’indice S&P 500 a scattare di oltre il 7% dall’inizio del 2023 e il Nasdaq Composite a guadagnare per cinque settimane consecutive.
E’ attesa sui mercati per il discorso che il presidente della Federal Reserve Jerome Powell proferirà domani, martedì 7 febbraio, all’Economic Club di Washington.
La scorsa settimana, sono state proprio le parole di Powell a scatenare gli acquisti su Wall Street, con gli investitori che hanno dato una interpretazione dovish alle sue dichiarazioni.
I buy sui mercati hanno fatto dietrofront con la pubblicazione, venerdì scorso, del rapporto no-farm payrolls.
Dal report occupazione Usa è emerso che l’economia degli Stati Uniti ha creato il mese scorso ben 517.000 nuovi posti di lavoro, ben oltre la crescita di 185.000 nuove buste paga attesa dal consensus, e a un ritmo molto più forte anche rispetto ai 223.000 nuovi posti di lavoro creati a dicembre.
Non solo. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 3,5% di dicembre al 3,4%, rispetto al rialzo al 3,6% previsto.
Occhio alla componente salari, attentamente monitorata in quanto parametro cruciale che misura il trend dell’inflazione.
A gennaio i salari medi orari sono saliti dello 0,3% su base mensile, come da attese. Su base annua, la crescita è stata tuttavia del 4,4%, rispetto al +4,3% previsto. Il rallentamento rispetto al +4,6% di dicembre, comunque, c’è stato.
La scorsa settimana, mercoledì 1° febbraio, il Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed guidata da Jerome Powell, ha annunciato di aver alzato i tassi di interesse Usa di 25 punti base, al nuovo range compreso tra il 4,5% e il 4,75%, record dall’ottobre del 2007.
Il ritorno della paura di una Fed più hawkish scatenato dai numeri relativi al mercato del lavoro Usa ha abbattuto lo scorso venerdì gli indici azionari Usa:
lo S&P 500 è sceso dell’1,04% a 4.136,48; il Nasdaq Composite è scivolato dell’1,59% a 12.006,95 punti, mentre il Dow Jones Industrial Average è sceso di 127,93 punti (-0,38%), a 33.926,01.
Guardando al trend su base settimanale, il Dow Jones è stato l’unico tra i principali indici azionari Usa a chiudere in rosso, scendendo dello 0,15%.
Lo S&P 500 e il Nasdaq hanno incassato invece guadagni settimanali rispettivamente dell’1,62% e del 3,31%.
Dall’inizio del 2023, il Dow Jones è l’indice che è salito al ritmo più contenuto, pari a +2,35%, anche se viaggia a un valore inferiore di appena il 5,3% rispetto al suo record di sempre. Lo S&P 500 è invece lontano del 10,8% dal suo massimo assoluto e il Nasdaq del 18,02%.
Il mix inflazione-rialzi tassi della Fed continua ad assillare anche il mercato del reddito fisso. I tassi dei Treasuries Usa a 10 anni salgono al 3,606%, mentre i tassi a due anni sono scattati di 10 punti base, fino al 4,401%.