News Finanza Indici e quotazioni Wall Street: futures deboli in attesa parametro preferito Fed. Nasdaq -17,6% da massimi novembre. Focus su Apple

Wall Street: futures deboli in attesa parametro preferito Fed. Nasdaq -17,6% da massimi novembre. Focus su Apple

28 Gennaio 2022 12:36

Futures Usa deboli, dopo la chiusura negativa di Wall Street, che ha confermato la fase di correzione in cui sono entrati sia il Nasdaq che lo S&P 500.

In particolare, il Nasdaq viaggia a un valore inferiore del 17,6% rispetto al massimo testato a novembre, mentre lo S&P 500 è al di sotto del suo precedente record del 10,2%.

Alle 12.30 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones arretrano di 186 punti (-0,54%), a 33.848 punti; quelli sullo S&P 500 scendono dello 0,48%, a 4.297 circa, quelli sul Nasdaq perdono lo 0,20% attorno a quota 13.960.

La settimana è destinata a chiudersi in rosso per la borsa Usa: il Dow Jones è orientato a chiudere in territorio negativo per la quarta settimana consecutiva, in calo dello 0,3%.

Su base settimanale lo S&P 500 ha perso invece l’1,62%, mentre il Nasdaq ha segnato un calo dell’1,4%, e si appresta a terminare la quinta settimana negativa in territorio negativo.

Nella sessione di ieri, il Dow Jones ha chiuso piatto, con una variazione negativa pari a -0,02% a 34.160,78 punti; il Nasdaq è sceso dell’1,40% a 13.352,78 punti, mentre lo S&P 500 ha segnato un ribasso dello 0,54% a 4.326,51 punti.

Focus sull’indice della paura, il Cboe Volatility Index (VIX), termometro della volatilità dei mercati, volato in settimana al record dall’ottobre del 2020, oltre la soglia dei 30 punti.

Market mover principale dei mercati, nel corso della settimana che si appresta a chiudere, è stata la riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, che ha confermato i timori di una banca centrale più hawkish.

Per ora i tassi sui fed funds sono stati lasciati fermi nel range compreso tra lo zero e lo 0,25%; ma “con l’inflazione ben superiore al 2% e un mercato del lavoro solido”, ha annunciato il Fomc, “la Commissione prevede che sarà presto appropriato alzare il range del target per i tassi sui fed funds”.

Il numero uno della Fed, Jerome Powell, ha poi sottolineato che “siamo d’accordo sul fatto di alzare i tassi a marzo” e che, riguardo alla riduzione del bilancio o anche Quantitative Tightening, “potremmo muoverci prima e più velocemente” rispetto a quanto previsto in precedenza.

D’altronde, ha rimarcato Powell, “i miglioramenti del mercato del lavoro sono diffusi e significativi” e i “rischi sull’inflazione rimangono rivolti verso l’alto”.

Intanto, ieri è stato pubblicato il dato relativo al Pil Usa del quarto trimestre del 2021, salito del 6,9% su base annua, ben oltre le attese di una espansione pari a +5,5%, a dispetto dei timori legati a Omicron.

Il 2021 si chiude così per gli Stati Uniti con un corposo +5,7%, ossia il miglior ritmo di crescita dal lontano 1984.

I trader scommettono ora su cinque rialzi dei tassi nel corso del 2022, ognuno di 25 punti base.

“Il meeting del Fomc non ha portato nessuna sorpresa in termini di politica monetaria. Tuttavia, è possibile che sia stato percepito come più hawkish delle aspettative, visto che il presidente Powell ha parlato del bisogno di entrare in una fase ‘costante’ di normalizzazione di politica monetaria”, ha commentato Chris Hussey, a managing director di Goldman Sachs, in una nota riportata dalla Cnbc.

Nuove indicazioni sul trend dell’inflazione Usa arriveranno con la pubblicazione, nella giornata di oggi, del dato sulle spese per consumi e i redditi personali, con cui viene annunciato anche l’indice dei prezzi PCE core, il parametro preferito della Fed.

L’indice è atteso in crescita del 4,8% a dicembre, secondo il consensus degli analisti intervistati da Dow Jones. Il rialzo, se confermato, sarebbe il più alto su base annua dal settembre del 1983.

I numeri saranno resi noti alle 14.30 ora italiana, insieme a un altro dato parametro cruciale dell’inflazione: il costo del lavoro, relativo al quarto trimestre del 2021, che gli economisti prevedono in crescita dell’1,2% su base trimestrale.

Finora la stagione degli utili trimestrali si è confermata solida. Delle 145 società quotate sullo S&P 500 che hanno riportato finora i bilanci, il 79,3% ha battuto le attese, secondo i calcoli di Refinitiv.

Apple osservata speciale a Wall Street, con il titolo che balza del 5% nelle contrattazioni dell’afterhours, dopo che il colosso guidato da Tim Cook ha annunciato di aver riportato il migliore trimestre di sempre in termini di fatturato.

Nel quarto trimestre del 2021, le vendite sono balzate di oltre l’11%, battendo anche la sfida delle interruzioni che, nel periodo del reopening dell’economia, hanno colpito varie catene di approviggionamento di tutto il mondo.

Apple ha battuto le attese degli analisti sul fatturato per ogni categoria di prodotto, a eccezione degli iPad.

L’eps si è attestato a $2,10, meglio degli $1,89 per azione stimati, in rialzo del 25% su base annua.