Wall Street futures giù con news su Ucraina-Russia e paura shock inflazione. DJ -300 punti, petrolio vola fino a +5%
Futures Usa in ribasso, così come le borse europee, a causa delle notizie poco confortanti che arrivano dal fronte della guerra che si combatte in Ucraina tra le forze russe e quelle ucraine.
I futures sul Dow Jones capitolano di quasi 300 punti. Pochi progressi sono stati fatti nei negoziati tra i ministri degli esteri russo e ucraino, sia sul cessate il fuoco che sui corridoi umanitari a favore dei civili ucraini in fuga.
In una situazione caratterizzata già dall’accelerazione delle pressioni inflazionistiche, si teme un nuovo shock inflazione Usa con la pubblicazione, alle 14.30 ora italiana, dell’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti del mese di febbraio.
La paura è confermata dal trend dei tassi sui Treasuries Usa a 10 anni, che negli ultimi giorni sono saliti. I rendimenti decennali ritracciano tuttavia ora attorno all’1,94%.
Gli economisti intervistati da Dow Jones prevedono un’inflazione in rialzo dello 0,7% su base mensile e del 7,8% su base annua, a fronte di un’inflazione core in crescita del 6,4% su base annua.
I futures sul Dow Jones perdono quasi 300 punti (-0,85%), quelli sullo S&P 500 arretrano dello 0,86%, quelli sul Nasdaq cedono l’1,28%.
Tra i titoli scambiati a Wall Street, si mette in evidenza il rally di Amazon, +6%, dopo l’annuncio dello split azionario 20 a 1 e di una operazione di buyback fino a $10 miliardi da parte del colosso dell’e-commerce.
Prezzi del petrolio in rialzo dopo essere crollati alla vigilia fino a -13%.
Il contratto WTI è precipitato ieri di oltre il 12%, o di 15 dollari, riportando la peggiore seduta dal 26 novembre del 2021, e chiudendo a $108,7 al barile. Il Brent è scivolato del 13%, o di $16,8, a $111,1, soffrendo il calo più forte dall’aprile del 2020, dopo il record dal 2008 testato nella sessione di lunedì, a oltre $139 al barile.
I prezzi dell’oil tornano a puntare verso l’alto, con il WTI che scatta di oltre il 4% a $113,23 e il Brent che sale di quasi +5% a $116,58 al barile.
Oggi è il Bce-Day: considerando lo stravolgimento dell’outlook sull’economia globale provocato dalle conseguenze della guerra tra la Russia e l’Ucraina e dalle sanzioni imposte a mosca, la narrativa è cambiata : se nell’ultima riunione Christine Lagarde non aveva escluso un rialzo dei tassi nel 2022, ora la presidente della Bce dovrà fare attenzione a ogni parola, in un contesto in cui aumenta sempre di più il rischio di stagflazione, che tra l’altro vede l’Europa tra i paesi più a rischio.