Wall Street: futures giù, proteste anti-lockdown in Cina deprimono il sentiment. Attesa in Usa per il grande market mover di questa settimana
A Wall Street futures Usa negativi: alle 12.20 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones perdono lo 0,47%, i futures sul Nasdaq arretrano dello 0,81%, i futures sullo S&P 500 scendono dello 0,71%. I mercati scontano in generale le notizie in arrivo dalla Cina: diverse le manifestazioni di cittadini cinesi esasperati dalle misure di lockdown e dalle restrizioni che il governo di Pechino sta continuando a portare avanti per arginare la nuova ondata di Covid. Negli ultimi tre giorni, riporta un articolo della Cnbc, diversi studenti hanno organizzato manifestazioni presso diverse università; la gente si è riversata nelle strade di Pechino,
Shanghai, Wuhan, Lanzhou, e di diverse altre città, in base ai video che sono circolati sui social media. Le manifestazioni sono partite inizialmente da Urumqi, nello Xinjiang, lo scorso venerdì, a seguito di un incendio che alla vigilia ha provocato 10 vittime in un’area sottoposta a lockdown da mesi. Secondo le proteste, proprio i controlli lanciati dalle autorità locali per garantire l’isolamento dei residenti avrebbe ritardato l’arrivo dei vigili di fuoco, provocando la morte di dieci persone. A seguito delle proteste, le autorità locali hanno iniziato ad allentare i controlli: la rabbia dei cinesi è tuttavia forte, se si considera che le restrizioni della Zero Covid Policy stanno continuando a zavorrare la crescita dell’economia del paese, che ora fa fronte a un tasso di disoccupazione giovanile che si aggira al 20% circa. Alcuni video mostrano manifestanti che chiedono le dimissioni del presidente cinese Xi Jinping e dello stesso partito comunista.
Tornando a Wall Street, il Dow Jones è salito nella sessione di venerdì scorso – giorno del Black Friday, in cui la borsa Usa ha chiuso in via anticipata alle 13 ora di New York – in rialzo di 152,97 punti, o dello 0,45%, a 34.347,03: per il DJ si è trattato della terza sessione consecutiva di rialzi; lo S&P 500 è sceso dello 0,03% a 4.026,12, mentre il Nasdaq Composite ha ceduto lo 0.52% a 11.226,36.
Tutti e tre gli indici hanno concluso la settimana in territorio positivo: il Dow Jones è avanzato dell’1,78% e lo S&P 500 è salito dell’ 1,53%. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,72% su base settimanale.
Questa settimana, in attesa dei giorni in cui si riunirà il Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed (il 13 e 14 dicembre), per annunciare il suo prossimo rialzo dei tassi anti-inflazione, l’attesa sarà soprattutto per la pubblicazione, venerdì 2 dicembre, del report occupazionale Usa di novembre.
Gli economisti prevedono una crescita dei posti di lavoro di 200.000 unità, in decelerazione per il secondo mese consecutivo.
C’è da dire tuttavia che, sebbene a un ritmo minore, diversi economisti fanno notare che la crescita dell’occupazione conferma la solidità del mercato del lavoro Usa, rendendo così necessarie altre strette monetarie da parte della Fed di Jerome Powell.
Il 2 novembre scorso, la Fed ha alzato i tassi sui fed funds Usa di 75 punti base per la quarta volta consecutiva, al nuovo range tra il 3,75% e il 4%, valore record dal 2008.
“Una consistente maggioranza di partecipanti ha ritenuto che un rallentamento nel ritmo dei rialzi (dei tassi) sarebbe presto appropriato – si legge nei verbali della Fed, relativi a quell’ultima riunione del Fomc, che sono stati diffusi la scorsa settimana – L’incertezza sul tempo necessario affinché gli effetti della politica monetaria si manifestino sull’attività economica e sull’inflazione e sulla loro intensità sono tra i motivi citati” .