Wall Street futures in calo, Dow Jones -200 punti. Scattano acquisti su dollaro e Treasuries
Futures Usa in ribasso, zavorrati dai continui timori di una recessione in Usa e nel mondo. Alle 13.40 circa ora italiana,
i futures sul Dow Jones cedono oltre 200 punti (-0,70%), quelli sullo S&P 500 arretrano dello 0,50%, mentre oggi il Nasdaq fa meglio, con i futures che scendono dello 0,10%.
Gli investitori cercano rifugio nei Treasuries Usa e nel dollaro, considerati tra gli asset più sicuri, a danno dell’euro che, nelle contrattazioni asiatiche, è capitolato praticamente a un soffio dalla parità, fino a $1,001.
La paura del razionamento del gas in Europa cresce, dopo lo stop di 10 giorni alle forniture di gas dalla Russia alla Germania per lavori di manutenzione programmati al Nord Stream 1. Le forniture dovrebbero ripartire il 21 luglio ma il timore è che possano non riprendere, mentre prosegue la guerra in Ucraina. Il taglio dei consumi per l’Europa dovrebbe essere del 15%, per la Germania del 20%.
Del clima di avversione al rischio beneficia il dollaro, con il Dollar Index che sale oltre la soglia di 108 punti. Gli acquisti sui Treasuries Usa portano i tassi a 10 anni a scendere di ben 7 punti base, fino al 2,92%, a fronte di tassi a due anni che rimangono superiori, al 3,026%, confermando l’inversione della curva dei rendimenti Usa.
Settimana cruciale, questa, per Wall Street, con il via della stagione delle trimestrali Usa, che è stato dato oggi da PepsiCo, e la pubblicazione di importanti dati macro.
I mercati temono che la carrellata imminente dei bilanci metterà in evidenza il danno inflitto dalle ripetute fiammate dell’inflazione ai profitti delle aziende della corporate America.
Per ora, notizie positive dal colosso Usa delle bevande analcoliche: l’eps di PepsiCo si è attestato nel secondo trimestre a $1,86 su base adjusted, meglio degli $1,74 attesi dagli analisti intervistati da Refinitiv. Il fatturato è stato pari a $20,23 miliardi, meglio dei $19,51 miliardi previsti. L’utile netto è ammontato a $1,43 miliardi, o $1,03 per azione, in calo dai $2,36 miliardi, o $1,70 per azione, dello stesso trimestre del 2021.
Rispetto all’anno scorso, il fatturato netto è salito del 5,2%, per l’appunto a $20,23 miliardi.
Per l’intero 2022, PepsiCo ha annunciato così di prevedere una crescita del fatturato pari a +10%, superiore al rialzo precedentemente atteso, pari a +8%. E’ il secondo trimestre consecutivo che il gigante americano rivede al rialzo le stime sul fatturato, senza aggiornare però quelle sugli utili. Il titolo mette a segno in premercato un rialzo di poco inferiore a +1%.
In calendario nei prossimi giorni la trimestrale di Delta Air Lines. Verso la fine della settimana toccherà ai colossi di Wall Street del calibro di JPMorgan Chase, Morgan Stanley, Wells Fargo e Citigroup.
Dal fronte macro, domani sarà annunciato negli States il dato chiave sull’inflazione: si tratta dell’indice dei prezzi al consumo di giugno che, secondo le stime degli economisti, potrebbe essere salito anche oltre il ritmo di crescita pari a +8,6% del mese di maggio. Giovedì sarà la volta dell’inflazione Usa misurata dall’indice dei prezzi alla produzione.
Venerdì sarà reso noto l’indice della fiducia dei consumatori stilato dall’Università di Michigan, relativo al mese di luglio.
Ad affossare il sentiment, tra i diversi fattori, è di nuovo la paura della pandemia Covid-19 in Cina e anche nel mondo, per la veloce diffusione della nuova variante Omicron 5.
In Cina, nello specifico, all’indomani della decisione di Macao di chiudere tutti i suoi casinò, più di 30, insieme ad altre attività commerciali non essenziali, per la prima volta dal 2020, oggi le autorità hanno disposto un lockdown nella provincia di Hunan, con una populazione inferiore a un milione.
Ieri il Dow Jones Industrial Average ha perso 164,31 punti (-0,52%), a 13,173.84; lo S&P 500 ha ceduto l’1,15% a 3.854,43 e il Nasdaq Composite ha fatto decisamente peggio, lasciando sul terreno il 2,26% a 11.372,60 punti.
Attesa anche per la riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, in calendario il prossimo 27 luglio. Le aspettative dei mercati sono di una stretta monetaria della Fed di Jerome Powell di 75 punti base, così come nell’ultima riunione del 15 giugno scorso, quando i tassi Usa sono stati portati al nuovo range compreso tra l’1,50% e l’1,75%.
D’altronde la pubblicazione, venerdì scorso, del report sull’occupazione Usa di giugno, ha messo in evidenza una crescita di 372.000 nuovi posti di lavoro, a fronte di un tasso di disoccupazione che è rimasto invariato al 3,6%.
La crescita dell’occupazione è stata decisamente più forte di quanto atteso dagli analisti: sia gli economisti di Goldman Sachs che il consensus avevano previsto un aumento di nuovi posti di lavoro di 250.000 unità, inferiore all’aumento delle payrolls di 390.000 del mese di maggio.
Il dato, che ha confermato la solidità del mercato del lavoro e dell’economia Usa, ha dato praticamente il via libera alla Fed di Jerome Powell di continuare ad alzare i tassi sui fed funds.