Wall Street: futures in forte rialzo dopo annuncio Fed-Tesoro-FDIC su depositi SVB e Signature
Wall Street e i mercati di tutto il mondo ripartono dopo la grande paura scatenata venerdì scorso dalla notizia prima dei problemi di SVB – Silicon Valley Bank – e poi dell’intervento dell’FDIC, che ha preso il controllo dell’istituto, noto per essere la banca delle start-up.
Sempre nella giornata di venerdì, dopo essere crollato del 60% nella sessione precedente e aver segnato un tonfo ancora del 60% nel premarket di Wall Street, il titolo SVB è stato sospeso dalle contrattazioni della borsa Usa.
E non c’è solo SVB-Silicon Valley Bank a riempire le pagine dei quotidiani finanziari di tutto il mondo: fine delle trasmissioni anche per Signature Bank, la banca regionale con sede a New York, specializzata nell’erogazione dei prestiti a società attive nel mondo crypto.
In una nota diffusa nella giornata di ieri, domenica 12 marzo 2023, il Tesoro Usa, la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) e la Federal Reserve hanno annunciato la decisione di chiudere la banca Signature Bank, per prevenire il contagio della crisi innescata con il crac della banca delle start up SVB, citando la presenza di un rischio sistemico (per Signature).
La paura di un nuovo evento in stile Lehman Brothers, e la consapevolezza che quello di SVB è stato il fallimento della banca americana più grande dal crac di Washington Mutual del 2008, hanno innescato forti vendite a Wall Street.
Il Dow Jones Industrial Average ha segnato un ribasso per la quarta sessione consecutiva, scivolando nella sessione di venerdì scorso 10 marzo di 345,22 punti, o dell’1,07%, per chiudere a 31.909,64.
Lo S&P 500 ha perso l’1,45% a 3.861.59, il Nasdaq Composite è capitolato dell’1,76% a quota 11.138,89.
Tutti e tre i principali indici azionari Usa hanno terminato la settimana in ribasso.
In particolare, il Dow Jones ha perso il 4,44%, riportando la settimana peggiore dal giugno del 2022; lo S&P 500 ha sofferto una flessione del 4,55%, mentre il Nasdaq ha perso il 4,71%.
Diversi i titoli di banche Usa che sono stati sospesi nella seduta di venerdì, tra cui quelli di First Republic, PacWest e Signature Bank, quest’ultima esposta al mondo crypto, per l’appunto, costretta dunque anch’essa a chiudere i battenti, dopo la liquidazione annunciata la scorsa settimana, della rivale Silvergate.
First Republic è capitolata venerdì scorso del 14,8%, PacWest del 37,9%. L’indice che replica i titoli delle banche regionali Usa, l’SPDR S&P Regional Banking ETF, ha perso quasi il 4,4%, portando il bilancio dell’intera settimana a una perdita del 16%, il trend peggiore dalla pandemia iniziata nel marzo del 2020.
Altre grandi banche hanno riportato cali più contenuti, come Goldman Sachs e Bank of America, che sono scese rispettivamente del 4,2% e dello 0,9%. JPMorgan ha tra l’altro concluso la sessione con un rialzo del 2.5%.
I futures Usa sono al momento in forte ripresa, sulla scia dell’annuncio arrivato ieri, sempre dal Tesoro, dalla Federal Reserve e dall’FDIC:
“Oggi prendiamo la decisione di proteggere l’economia americana rafforzando la fiducia dei cittadini nei confronti del nostro sistema bancario”, si legge nella nota.
A partire dalla giornata di oggi, tutti i titolari di depositi non solo di SVB Silicon Valley ma anche di Signature avranno accesso ai loro soldi.
La Federal Reserve ha annunciato anche la creazione di un nuovo strumento Bank Term Funding Program (BTFP) volto a blindare i depositanti, ovvero i titolari dei conti correnti presso le banche colpite dalla crisi, SVB e Signature.
Lo strumento offrirà prestiti fino alla durata di un anno a banche e altre istituzioni finanziarie.
“Questa mossa – hanno annunciato – è volta ad assicurare che il sistema bancario americano continui ad assicurare le sue funzioni vitali, al fine di proteggere i depositi e per fornire accesso al credito alle famiglie e alle imprese in un modo che sostenga una crescita economica sostenibile e solida”.
Alle 7.30 circa ora italiana i futures sul Dow Jones balzano di 400 punti circa (+1,22%); i futures sullo S&P 500 avanzano dell’1,75% e i futures sul Nasdaq salgono dell’1,88%. Solidi acquisti anche alla borsa di Hong Kong, che mette a segno un rialzo del 2% circa. Male invece l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo, che ha chiuso in flessione dell’1,1%, mettendo in evidenza il trend contrastato delle borse asiatiche e la continua cautela degli investitori dopo le notizie arrivate dagli Stati Uniti.