Wall Street: futures in ripresa dopo sessione peggiore S&P da ottobre 2020. Nasdaq riparte da mercato orso
A Wall Street i futures sugli indici azionari Usa sono positivi, sulla scia dei guadagni delle borse europee, che sono scattate dopo le indiscrezioni riportate da Bloomberg, secondo cui l’Ue sarebbe prossima a presentare un piano per l’emissione congiunta di bond su larga scala, per finanziare le spese di energia e difesa. Bruxelles starebbe valutando questa opzione in risposta alla minaccia russa di chiudere i rubinetti di petrolio e gas e a fronte della guerra tra la Russia e l’Ucraina.
I futures sul Dow Jones avanzano dello 0,56%, quelli sullo S&P 500 segnano un rialzo dello 0,63%, quelli sul Nasdaq salgono dello 0,48%.
Wall Street tenta dunque la ripresa dopo il forte sell off della vigilia, che ha visto lo S&P 500 capitolare di quasi il 3%, in quella che è stata la sessione peggiore in più di un anno, dall’ottobre del 2020.
Il Dow Jones è precipitato di quasi 800 punti, scendendo per la quinta sessione consecutiva, mentre il Nasdaq Composite ha ceduto il 3,6%, scivolando in mercato orso, in quanto a un valore inferiore rispetto al record di sempre testato a novembre del 20%.
Sullo sfondo, a dispetto dei buy odierni, il sentiment rimane negativo.
“Sembra non esserci alcuna dimostrazione di progressi in Ucraina e la retorica di Washington continua a diventare più dura – ha commentato alla Cnbc Cliff Hodge, responsabile degli investimenti presso Cornerstone Wealth – Sebbene sia impossibile sapere quando sarà toccato il fondo, da un punto di vista del rapporto tra rischio e premio, il mercato si sta comportando in modo molto ragionevole”.
La paura del rischio stagflazione è confermata dal trend dei tassi sui Treasuries Usa, con quelli decennali che scattano all’1,85%.
Particolare attenzione sarà data dagli investitori alla pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo Usa di febbraio, che sarà pubblicato dopodomani.
Prezzi del petrolio ancora in rialzo, con i futures sul WTI che avanzano del 3% a $123,05 al barile e il Brent che fa +3,7% a $127,75. Il timore di un embargo di Stati Uniti ed Europa sul petrolio e gas della Russia ha portato ieri il WTI a schizzare fino al record degli ultimi 13 anni, a $130, e il Brent a $139,13, comunque al massimo dal luglio del 2008.