News Finanza Indici e quotazioni Wall Street, futures ingessati: per Casa Bianca ‘inflazione estremamente elevata’. Trepidazione massima per dato chiave

Wall Street, futures ingessati: per Casa Bianca ‘inflazione estremamente elevata’. Trepidazione massima per dato chiave

12 Aprile 2022 13:57

Futures Usa ingessati in attesa del dato sull’inflazione Usa misurata dall’indice dei prezzi al consumo di marzo. La Casa Bianca ha avvertito di prevedere che il dato mostrerà una inflazione “straordinariamente elevata”. I futures sul Dow Jones e lo S&P 500 riportano un trend attorno alla parità, mentre quelli sul Nasdaq sono in lieve rialzo (+0,14%).

Gli economisti intervistati da Dow Jones prevedono un dato in crescita dell’8,4% su base annua, al record dal dicembre del 1981.

Ieri sessione negativa per Wall Street, con il Dow Jones Industrial Average che è sceso di 413,04 punti a 34.308,08, lo S&P 500 che ha ceduto l’1,69% a 4.412,53 e il Nasdaq Composite scivolato del 2,18% a 13.411,96. La borsa Usa ha pagato l’ennesima fiammata dei tassi dei Treasuries americani, con quelli decennali che sono volati anche oltre la soglia del 2,8%, al record dal dicembre del 2018. Nell’attesa del dato chiave, i tassi decennali puntano verso il basso, scendendo al 2,78%.

Vari strategist, da quelli di JPMorgan Asset Management a quelli di MUFG Securities Americas, avvertono che i rendimenti potrebbero superare a questo punto anche la soglia del 3%.

E ci siamo, ormai: “Questa è la nuova realtà per il mercato dei bond, dopo una corsa decisamente lunga. Dopo essere stati soppressi in modo artificiale, i rendimenti possono a questo punto soltanto salire”, ha commentato a Bloomberg Stephen Miller, consulente di investimenti presso GSFM, unità della canadese CI Financial, che prevede per i rendimenti decennali un rialzo fino al 3,5%.

“La Fed è stata lenta nel riconoscere l’arrivo dell’inflazione, il mercato è stato lento nel riconoscere che l’inflazione era davvero uscita dalla bottiglia, e ora stiamo tutti cercando di rimetterci al passo”, ha aggiunto Miller.

Oggi la diffusione dell’indice dei prezzi al consumo darà una prova dell’andamento delle pressioni inflazionistiche, che stanno salendo un po’ ovunque, non solo negli Stati Uniti. Domani sarà comunicato un altro dato sull’inflazione Usa: l’indice dei prezzi alla produzione, sempre di marzo.

L’azionario globale sconta anche le tensioni Usa-Cina sul Covid, con il dipartimento di Stato americano che ha ordinato a tutti i funzionari governativi degli Stati Uniti presenti a Shanghai per ragioni non legate all’emergenza di lasciare la città, a causa dell’aumento dei casi di Covid, consigliando al contempo ai cittadini Usa di riconsiderare eventuali viaggi in Cina.

“Riconsiderate l’ipotesi di fare viaggi nella Repubblica Popolare della Cina, a causa delle regole arbitrarie locali e per le restrizioni legate al Covid-19 – si legge nella nota del dipartimento di Stato Usa – Non fate viaggi nella Regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare della Cina, nella provincia di Jilin, nella città di Shanghai, a causa delle restrizioni legate al Covid, che includono il rischio che i genitori vengano separati dai figli”, si legge ancora.

Di certo, il caso Covid non è d’aiuto alle relazioni tra l’amministrazione di Joe Biden e quella cinese di Xi Jinping, proprio in un momento in cui l’Occidente chiede a gran voce alla Cina di prendere una posizione più dura nei confronti della Russia di Vladimir Putin, a causa dell’invasione dell’Ucraina.

Attesa intanto per l’inizio della stagione delle trimestrali Usa, che vedrà nella giornata di mercoledì JPMorgan Chase e Delta diffondere i risultati di bilancio relativi al primo trimestre del 2022.