Wall Street futures Usa ancora giù post tonfo, sell su Disney con alert Covid. Apple flirt con mercato orso
Nessuna voglia di ripresa, oggi a Wall Street, dopo le ennesime forti vendite che si sono abbattute sulla borsa Usa nella giornata di ieri, a seguito della pubblicazione del dato relativo all’inflazione Usa.
Alle 13 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones sono in calo di più di 35 punti (-0,40% a 31.613), i futures sullo S&P 500 arretrano dello 0,53% a 3.909,50, mentre i futures sul Nasdaq perdono quasi l’1%, a 11.863.
L’indice dei prezzi al consumo Usa del mese di aprile ha confermato una decelerazione delle pressioni inflazionistiche, avallando in un certo senso le speranze che il picco sia stato toccato a marzo. Ma il dato rimane al massimo degli ultimi 40 anni, e la componente core è rimasta comunque molto elevata.I numeri si sono confermati inoltre superiori a quanto stimato dal consensus.
L’inflazione è rallentata su base annua, salendo dal ritmo dell’8,5% su base annua di marzo a +8,3%. Gli analisti avevano previsto una decelerazione più forte, al ritmo di crescita dell’8,1%.A rallentare è stata anche la componente core dell’indice CPI, salita su base annua del 6,2%, più del +6% stimato ma meno del +6,5% precedente.
Su base mensile, l’inflazione degli Stati Uniti è aumentata dello 0,3% ad aprile, più del +0,2% atteso ma in forte rallentamento rispetto alla crescita mensile di marzo, pari a +1,2%. L’inflazione core è salita dello 0,6%, più del +0,4% stimato e in questo caso al ritmo superiore rispetto al precedente +0,3%.
Nella sessione di ieri, il Nasdaq Composite ha perso il 3,18% a 11,364.24, mentre lo S&P 500 è sceso dell’1,65% a 3.935,18 punti. Il Dow Jones Industrial Average è scivolato di 326,63 punti, o -1,02%, a 31.834,11 punti.
Titolo Disney in calo di oltre il 4% dopo la pubblicazione dei risultati di bilancio: oltre ad aver riportato una crescita degli abbonati al di sopra delle attese, Disney ha lanciato un alert sull’impatto del Covid sui suoi parchi tematici in Asia.
Apple ancora in ribasso, dopo aver perso lo status di società quotata che vale di più al mondo, a vantaggio della saudita Saudi Aramco. Stando ai dati di FactSet, che ha convertito il valore di Saudi Aramco in dollari, nella sessione di ieri la capitalizzazione di Aramco si è attestata, di fatto, a un valore di poco inferiore ai $2,43 trilioni; Apple, il cui titolo è sceso di oltre il 5% nelle contrattazioni di Wall Street, vale ora $2,37 trilioni.
Le quotazioni del colosso FAANG flirtano con il mercato orso, dopo aver chiuso la sessione di ieri a un valore inferiore rispetto ai massimi del 19,9%.