Wall Street gelata dalla Fed di Powell, futures Usa immobili. Quello spread che assilla gli operatori di mercato
A Wall Street futures Usa praticamente fermi dopo il tonfo della borsa Usa della vigilia, sofferto a seguito del discorso che il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha proferito nel suo intervento al Senato degli Stati Uniti.
Nella sessione di ieri, il Dow Jones ha chiuso la sessione con un tonfo di quasi 575 punti (-1,72%), a 32.856,46 punti; lo S&P 500 è sceso dell’1,53% bucando la soglia di 4.000 punti, a quota 3.986,37. Il Nasdaq Composite è scivolato dell’1,25% a 11.530,33 punti.
Con il sell off di ieri, il Dow Jones ha cancellato i guadagni riportati dall’inizio del 2023.
Il presidente della Fed Jerome Powell, nel suo intervento al Senato Usa, ha praticamente affossato la speranza dei trader su un’eventuale intenzione della Banca centrale americana di abbassare la guardia nella sua lotta contro la crescita dell’inflazione Usa.
Una speranza che era stata in realtà zavorrata già dalla recente carrellata di dati macroeconomici, relativi all’inflazione e alla crescita dell’economia degli Stati Uniti, quest’ultima fin troppo solida per consentire che i rialzi dei prezzi si smorzino in modo sostenibile.
“Gli ultimi dati macroeconomici si sono confermati più forti delle attese, fattore che suggerisce che il livello finale dei tassi di interesse sarà probabilmente più alto di quanto anticipato in precedenza”, ha detto Powell, aggiungendo che la Fed potrebbe dunque tornare ad alzare i tassi in modo più aggressivo di quanto ha deciso di fare nell’ultima riunione, quando ha annunciato una stretta monetaria di 25 punti base.
Immediata la reazione dei tassi dei Treasuries Usa: in particolare i tassi dei titoli di stato Usa a due anni sono balzati fino a oltre il 5%, al 5,08%, livelli record dalla metà del 2007, mentre i tassi a dieci anni hanno riagguantato la soglia psicologica del 4%, superata la scorsa settimana, per poi bucarla ancora.
Al momento i tassi dei Treasuries a 10 anni scendono al 3,964%, mentre i tassi dei titoli di stato Usa a due anni rimangono in rialzo al 5,034%.
Il valore dei tassi dei Treasuries a due anni è ora superiore a quello dei tassi dei Treasuries Usa a 10 anni di un punto percentuale pieno, per la prima volta dal 1981, il che significa che la curva dei rendimenti Usa non è stata mai così invertita da quell’anno: fattore che, secondo alcuni economisti, anticipa un hard landing per l’economia americana.
Gli analisti di Mps Capital Services hanno così commentato le dichiarazioni di Powell nella nota odierna:
“Ieri sono ritornate le tensioni sugli asset rischiosi a causa dei toni hawkish del governatore della Fed, Powell. Il passaggio chiave è stato l’affermazione secondo la quale la Fed potrebbe essere costretta ad accelerare il ritmo dei rialzi qualora i dati lo richiedessero”.
A questo punto – confermano gli analisti di Mps Capital Services – il focus si sposta ai dati sul mercato del lavoro (venerdì) e all’inflazione USA (14 marzo) che anticiperanno la prossima riunione Fed del 22 marzo. Powell ha poi affermato che il terminal rate potrebbe essere superiore rispetto a quanto stimato (dai Dots) in precedenza”.
Da Mps Capital Services hanno fatto notare che “il mercato OIS ora prezza 40 pb di rialzo a marzo ed un terminal rate del 5,50-5,75% per giugno. Di pari passo aumentano le possibilità che l’atteggiamento restrittivo della Fed (higher for longer) possa causare una pesante recessione nella fase finale del 2023/inizio 2024, come indicato dall’inversione della curva 2-10 USA sprofondata ulteriormente a -105 pb” (riferimento per l’appunto allo spread tassi Treasuries 2-10 anni, che continua a spaventare i mercati).