News Finanza Indici e quotazioni Wall Street, i sell tornano subito: Nasdaq -1,70%, DJ -440 punti. Target: tonfo -25% dopo trimestrale

Wall Street, i sell tornano subito: Nasdaq -1,70%, DJ -440 punti. Target: tonfo -25% dopo trimestrale

18 Maggio 2022 15:59

Tornano i sell a Wall Street, complici le cattive notizie arrivate dal fronte della Corporate merica, in particolare dal settore retail.

Focus sul retailer Usa Target, che ha reso noto di aver concluso il primo trimestre dell’anno con un utile per azione di $2,19 su base adjusted, decisamente inferiore ai $3,07 per azione attesi dal consensus degli analisti e in calo di ben 41% su base annua. Il fatturato si è attestato a $25,17 miliardi, meglio dei $24,49 miliardi stimati.

L’utile netto di Target è sceso a $1,01 miliardi dai $2,1 miliardi precedenti, praticamente dimezzandosi. Il titolo crolla di oltre il 25%.

Si segnala anche il trend ancora negativo del titolo Wal-Mart.

Il titolo WMT è precipitato ieri al minimo delle ultime 52 settimane, chiudendo a $131,35, in flessione dell’11,38%, dopo la diffusione di un bilancio che, anche in questo caso, ha confermato l’impatto dell’inflazione sulla propensione al consumo degli americani. Le quotazioni arretrano di oltre il 3%.

Il Dow Jones scende di 440 punti circa (-1,35%), a 32.213 punti; lo S&P 500 è in ribasso dell’1,55%, il Nasdaq cede -1,70%.

Non sembra essere destinato a replicarsi insomma il rialzo della vigilia di Wall Street: lo S&P 500 è balzato ieri del 2,02% a 4.088,85, il Nasdaq Composite ha messo a segno un rally del 2,76% a 11.984,52, il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato 431,17 punti, o +1,34% a 32.654,59.

Ieri il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha ribadito l’intenzione di continuare a combattere contro l’accelerazione dell’inflazione negli Stati Uniti. La banca centrale Usa, ha detto Powell, continuerà ad alzare i tassi di interesse fino a quando non ci saranno “prove chiare ed evidenti” di un rallentamento dell’inflazione.

L’interrogativo sui mercati è il seguente, come ha fatto notare Kelvin Tay, regional chief investment officer di UBS Global Wealth Management, in un’intervista rilasciata alla trasmissione della CNBC “Squawk Box Asia”:

“Il mercato è orientato a una fase di rally, ma il grande interrogativo è: è questo un rally di mercato orso o un rally sostenibile nel tempo?”

Nonostante la recente ripresa dell’azionario Usa, lo S&P 500 è tuttora in calo del 14% da inizio dell’anno, mentre il Nasdaq Composite è in perdita del 23%.

Tra i titoli, protagonista anche oggi Apple, dopo che Michael Burry, l’investitore Mr. Big Short di fama internazionale che ha ispirato il film “Big Short”, in italiano “La Grande Scommessa”, ha rivelato all’autorità di borsa Usa Sec di aver accumulato una posizione short contro Apple, decidendo allo stesso tempo di puntare su due altri titoli FAANG: Alphabet (Google) e Meta (Facebook).

Negli ultimi giorni, dalla documentazione presentata alla Sec dalla holding di Warren Buffett, Berkshire Hathaway, è emersa invece la fiducia nel titolo da parte dell’oracolo di Omaha: nel corso del primo trimestre, Buffett ha continuato infatti a scommettere sul colosso degli iPhone, facendo incetta di altre 4 milioni di azioni.

Il titolo AApl arretra però oggi del 2%, scontando l’ennesimo peggioramento del sentiment sui titoli hi-tech. In ribasso anche i titoli Meta e Alphabet.

Sempre sotto i riflettori la saga Twitter-Elon Musk, dopo che ieri il numero uno di Tesla ha tuonato contro la società di microblogging scrivendo che, “oltre a essere 4 volte tanto quanto dichiarato dalla società, pari al 20%, la percentuale degli account falsi/spam potrebbe essere molto più alta”, e alimentando così il timore che l’accordo finisca con il naufragare.

Twitter segna un lieve ribasso; dietrofront superiore, di circa il 2%, anche per Tesla dopo il rally di ieri +5%, scatenato dalla speranza che Musk torni a concentrarsi sul business delle auto elettriche del colosso dell’auto e non venga ulteriormente distratto dal desiderio di acquistare Twitter.

Poco mossi i tassi sui Treasuries Usa decennali, che scendono al 2,966%.