Wall Street in apnea: Dow Jones crolla di quasi 600 punti. Credit Suisse contagia anche le Big Bank Usa
Azionario globale sotto attacco: stavolta non è colpa del crac di Silicon Valley Bank SVB né di una banca regionale Usa, ma di una banca europea, per la precisione di un gigante del mondo del credito: Credit Suisse.
L’ansia sul futuro della banca è stato riacceso dalle dichiarazioni del principale azionista della banca elvetica, Saudi National Bank, che ha comunicato di non poter sostenere Credit Suisse con ulteriori aiuti finanziari.
“Non possiamo, perché andremmo al di sopra del 10%. Si tratta di una questione che attiene alla regolamentazione”, ha detto il presidente della banca saudita Ammar Al Khudairy nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Reuters.
I sell off stavolta partono dall’Europa per infettare l’azionario Usa, contrariamente a quanto avvenuto fino all’altro ieri lunedì 13 marzo, quando gli smobilizzi, partiti da Wall Street, hanno contagiato le borse europee.
Alle 15.40 circa ora italiana, il Dow Jones crolla di più di 560 punti (-1,75%), a 31.592,17 punti; lo S&P 500 capitola dell’1,63% a 3.854 punti circa, mentre il Nasdaq segna un ribasso dell’1,38% a quota 11.270 circa.
Tornano a capitolare i titoli delle banche americane.
Citigroup e Wells Fargo segnano ribassi rispettivamente di quasi -5% e -4%; Goldman Sachs cede il 4,7%, Bank of America -2% circa, JP Morgan -5%. Il sottoindice di riferimento dei titoli finanziari Financial Select Sector SPDR Fund (XLF) arretra di oltre il 3%, dopo essere rimbalzato ieri del 2%.
I titoli delle banche regionali, scattati alla vigilia, tornano a soffrire, con l’SPDR S&P Regional Banking ETF (KRE) che segna un ribasso del 4,7% circa, zavorrato dalle vendite che si abbattono contro First Republic Bank and PacWest Bancorp, i titoli delle banche regionali che tornano a crollare di oltre il 10%.