Wall Street in lieve rialzo, eToro fa il punto della situazione. Non solo Fed, occhio al fattore utili
Wall Street inizia la nuova settimana di contrattazioni in territorio positivo.
Alle 15.40 circa ora italiana il Dow Jones sale dello 0,24%, lo S&P 500 avanza dello 0,31%, il Nasdaq Composite segna un progresso dello 0,44%.
Venerdì scorso il Dow Jones Industrial Average è salito di 387,40 punti (+1,17%), a 33,390.97. Lo S&P 500 è avanzato dell’1,61% a 4.045,64 punti e il Nasdaq Composite ha guadagnato l’1,97% a 11.689,01.
Tutti e tre gli indici azionari Usa sono riusciti a chiudere la settimana con un bilancio positivo: su base settimanale, il Dow Jones è salito dell’1,75%, interrompendo la scia negativa di tre settimane.
Lo S&P 500 ha riportato su base settimanale un progresso dell’1,90%, il Nasdaq è avanzato del 2,58%.
Guardando al trend della borsa Usa Gabriel Debach, market analyst di eToro, fa il punto della situazione:
“Dopo un febbraio intero di correzioni, l’S&P 500 torna a registrare acquisti. La forza del mercato si è manifestata nonostante i rendimenti delle obbligazioni decennali statunitensi abbiano raggiunto il 4% e l’inflazione europea sia aumentata più del previsto. In tale scenario, risulta comunque prematuro brindare all’ottimismo. È più saggio mantenersi prudenti”.
“Infatti – continua Debach – non è solamente una questione macroeconomica a generare incertezza. Ormai il 99% delle società dell’S&P 500 ha alzato i veli sui conti del quarto trimestre 2022 e i risultati non sono stati certo di supporto. Sebbene i mercati si attendessero già un primo trimestre di utili in calo, a generare preoccupazioni sono ora le revisioni al ribasso per i prossimi trimestri”.
L’analista di eToro fa notare che, “per il primo trimestre 2023, gli analisti si aspettano un nuovo rallentamento della crescita, con profitti in calo del 5,9%, rispetto al -0,3% di fine anno”.
Nello specifico, “a livello settoriale, solo le Utilities rivedono in rialzo le previsioni (sebbene siano in territorio negativo) mentre gli altri 10 settori registrano un calo delle stime, guidati dai settori Materials (-12,6%), Health Care (-8,6%), Consumer Discretionary (-8,5%) e Industrials (-8,2%)”.
“Complessivamente – indica ancora Debach – le stime sugli utili sono scese in modo sostanziale anche per l’intero anno 2023, passando da circa il 4,6% di fine anno al 2,1% attuale. Sebbene si sia trattato di una significativa revisione al ribasso, con l’incertezza frutto del percorso al rialzo dei tassi d’interesse e di un eventuale rallentamento economico, il processo di minimo degli utili potrebbe rappresentare un possibile driver per una ripresa del mercato più sostenibile”.
Sul mercato del reddito fisso Usa, intanto, scendono i tassi dei Treasuries Usa: quelli a 10 anni sono tornati sotto la soglia del 4%, che era stata superata nelle sessioni precedenti.
Hanno fatto dietrofront anche i tassi a due anni, che erano schizzati giovedì scorso al record dal 2006, ovvero in 17 anni, al 4,937%.
Nella giornata di oggi, i tassi sui Treasuries a 10 anni sono in calo al 3,938%, mentre i rendimenti Usa a due anni scendono al 4,852%.
Tra gli appuntamenti più importanti della settimana, l’audizione al Congresso degli Stati Uniti, in calendario domani martedì 7 marzo, del presidente della Fed Jerome Powell, che darà agli investitori importanti informazioni su come la banca centrale Usa intenda continuare a portare avanti la sua lotta contro l’inflazione attraverso l’aumento dei tassi sui fed funds.
Market mover cruciale sarà anche la pubblicazione, venerdì prossimo 10 marzo, del report occupazionale Usa, dopo che quello precedente di febbraio ha messo in evidenza un boom di 517.000 nuovi posti di lavoro creati nel mese.
Per il dato imminente, gli economisti di Dow Jones prevedono che a febbraio siano stati creati 225.000 nuovi posti di lavoro.
Entrambi gli appuntamenti saranno cruciali per far sì che gli investitori si facciano un’idea più chiara di quello che potrà essere l’esito della prossima riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, nelle imminenti riunioni del 21 e 22 marzo.
Nell’ultima riunione del 31 gennaio-1° febbraio, la Fed di Jerome Powell ha annunciato un rialzo dei tassi di interesse Usa di 25 punti base, al range compreso tra il 4,5% e il 4,75%, record dall’ottobre del 2007.
L’analista di eToro Gabriel Debach mette in evidenza che “l’agenda macroeconomica della settimana è impegnativa, con l’attenzione degli investitori statunitensi sulle letture sul mondo del lavoro (NonFarm Payrolls questo venerdì) e le due testimonianze del presidente della Fed Jerome Powell davanti al Congresso”. Aggiungendo che, “dopo la decisa crescita di nuovi posti di lavoro dello scorso mese (517 mila) le attese sono per una aggiunta di 200 mila posti, con un tasso di disoccupazione al 3,4% (minimo di oltre 50 anni) ma con una possibile sorpresa al rialzo sulla retribuzione, vista in crescita al 4,7%”.
Viene ricordato che “prima del dato di venerdì gli investitori potranno analizzare le letture di mercoledì con le variazioni occupati nel settore privato (ADP) e le aperture di nuovi posti di lavoro (JOLTS)”.