Wall Street in preda a raffiche di vendite, S&P 500 chiude sotto 4.200. Alphabet crolla del 10%. Futures Usa giù con Meta
A Wall Street prosegue la raffica di sell che ha portato ieri lo S&P 500 a chiudere la sessione al di sotto della soglia di 4.200 punti, considerata livello tecnico da monitorare dalla comunità degli investitori. Il livello è stato bucato per la prima volta dalla fine di maggio.
Alle 7.20 circa ora italiana i futures sul Nasdaq perdono più dell’1%, mentre i futures sul Dow Jones e sullo S&P 500 arretrano rispettivamente dello 0,22% e dello 0,65%.
Nella sessione di ieri, lo S&P 500 è scivolato dell’1,4%, mentre il Nasdaq è capitolato del 2,4%, riportando la sessione peggiore dal 21 febbraio di quest’anno.
Il Dow Jones ha perso lo 0,3%.
Le vendite si sono accanite contro il settore tecnologico. Protagonista il crollo di Alphabet, la Big Tech a cui fa capo Google, che ha sofferto un tonfo del 9,5% dopo la pubblicazione di una trimestrale che ha messo in evidenza un fatturato, per la divisione Google cloud, che ha deluso le attese del consensus.
Le azioni di Classe A di Alphabet hanno riportato la sessione peggiore dal marzo del 2020.
Sell anche sui titoli di altri grandi nomi del settore hi-tech Usa.
Il trend negativo di Wall Street prosegue, con i futures sui principali indici azionari Usa che puntano con decisione verso il basso.
In evidenza il calo del titolo Meta, che perde più del 3% nonostante la trimestrale migliore delle attese annunciata dalla Big Tech gestita da Mark Zuckerberg.
Il colosso ha tuttavia rivisto al ribasso l’outlook sui conti del quarto trimestre del 2023, annunciando di prevedere ora un fatturato compreso tra $36,5 e $40 miliardi, rispetto ai $38,84 miliardi attesi dal consensus degli analisti.
Le azioni del colosso americano scontano la performance riportata dalla divisione Reality Labs, che ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con una perdita di $3,7 miliardi.
Pesano anche le dichiarazioni in conference call della direttrice finanziaria Susan Li, che ha reso noto che Meta prevede una spesa pubblicitaria da parte delle aziende più debole nel corso del trimestre attuale.