Wall Street inizia settimana Fed ancora in apnea: futures Nasdaq -2%, Dow Jones -300 punti dopo settimana peggiore da gennaio
Mercati Usa ancora in apnea dopo la settimana di contrattazioni da incubo che si sono lasciati alle spalle, scatenata prima dalla Bce più hawkish delle attese, poi dal dato sull’inflazione Usa che ha dimostrato come la fiammata dei prezzi, negli Stati Uniti, non abbia affatto toccato il picco.
A Wall Street i futures sui principali indici azionari Usa sono in forte ribasso, dopo una settimana da incubo, che si è conclusa con perdite, per il Dow Jones, pari a -4,6%. Lo S&P 500 è scivolato nella settimana del 5,1%, mentre il Nasdaq Composite ha perso il 5,6%. Per Wall Street, si è trattato della settimana peggiore dal mese di gennaio. Alle 7 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones perdono oltre 300 punti, quelli sullo S&P 500 arretrano dell’1,42%, mentre quelli sul Nasdaq scivolano del 2% circa.
Molto male la stessa seduta di venerdì, che ha visto il Dow Jones affondare di 880 punti, o -2,7% a 31.392,79 punti, lo S&P 500 cedere -2,91% a 3.900,86 punti e il Nasdaq scivolare del 3,52% a 11.340,02 punti.
I tassi sui Treasuries Usa a dieci anni sono volati al 3,187%, mentre quelli a due anni sono schizzati fino al 3,065%, al record dal 2008, prezzando una Fed ancora più aggressiva sui tassi.
Tra l’altro, l’ennesimo rialzo dei tassi è atteso per questa settimana, con il Fomc – il braccio di politica monetaria della Federal Reserve- che si riunirà domani 13 giugno per annunciare la propria decisione sui tassi mercoledì 14 giugno.
All’inizio di maggio, la Fed ha alzato i tassi di 50 punti base, nel range compreso tra lo 0,75% e l’1%. Nelle minute relative alla riunione del Fomc, è emerso successivamente che “la maggior parte dei partecipanti ha rilevato che ulteriori rialzi dei tassi di 50 punti base sarebbero appropriati nei prossimi due meeting”.
Venerdì scorso negli Stati Uniti è stato reso noto il dato relativo all’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo di maggio.
Il dato è salito dell’8,6%, su base annua, rispetto al +8,3% di aprile e oltre il +8,3% stimato dal consensus. Sempre su base annua, l’inflazione core ha invece rallentato il passo, crescendo su base annua del 6%, contro il +6,2% precedente ma oltre il +5,9% atteso.
Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo CPI Usa è cresciuto dell’1%, decisamente oltre il +0,3% del mese precedente e oltre il +0,7% previsto. L’inflazione core è avanzata dello 0,6%, oltre il +0,5% atteso e allo stesso ritmo del mese di aprile.