Wall Street: investitori riflettono su parole Powell. Permane ansia tassi, futures Usa giù
A Wall Street futures in ribasso, dopo il discorso proferito alla vigilia dal presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. In un intervento all’Economic Club di Washington,
il banchiere centrale ha avvertito che i tassi Usa potrebbero essere alzati più di quanto prezzato dai mercati.
Wall Street ha chiuso tuttavia la sessione della vigilia in rialzo, con gli investitori che hanno preferito concentrarsi sul rallentamento della crescita dell’inflazione, riconosciuto dal banchiere centrale.
Il Dow Jones Industrial Average è salito di 265,67 punti (+0,78%), a 34.156,69 punti. Lo S&P 500 ha messo a segno un rialzo dell’1,29%, a 4.164 punti. Il Nasdaq Composite ha sovraperformato il mercato, balzando dell’1,9% a quota 12.113,79.
In premercato gli investitori mostrano una maggiore cautela.
Alle 14 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones, sullo S&P 500 e sul Nasdaq arretrano rispettivamente dello 0,31%, dello 0,33% e dello 0,11%.
Nella giornata di ieri, oltre a Powell ha parlato il presidente della Federal Reserve di Minneapolis, Neel Kashkari, mostrando toni decisamente da falco.
Kashkari ha detto che la crescita esplosiva dell’occupazione degli Stati Uniti, nel mese di gennaio, dimostra che la banca centrale Usa ha ancora un bel po’ di lavoro da fare nella sua battaglia per affossare l’inflazione.
Il numero uno delola Fed di Minneapolis ha continuato, ammettendo di ritenere tuttora che i tassi sui fed funds Usa debbano salire dall’attuale livello a cui sono stati portati mercoledì scorso, range compreso tra il 4,5% e il 4,75%, fino al 5,4%.
La Fed, ha sottolineato Kashkari, non ha raffreddato l’inflazione al punto tale da poter “dichiarare vittoria”.
“Abbiamo un lavoro da fare. Sappiamo che alzare i tassi può
porre un freno all’inflazione – ha detto il banchiere, in un’intervista rilasciata alla trasmissione “Squawk Box” della Cnbc – Dobbiamo alzare i tassi in modo aggressivo per contenere l’inflazione, e dopo permettere alla politica monetaria di fare il suo lavoro”.
E di certo le dichiarazioni di Powell non sono state propriamente dovish:
“Il processo disinflazionistico, ovvero il processo di un’inflazione che scende, è iniziato, ed è iniziato nel settore dei beni, che rappresenta un quarto circa della nostra economia. Ma c’è ancora molta strada da fare. Ci troviamo solo nella fase iniziale”, ha detto il numero uno della Fed.
Powell ha aggiunto che “la verità è che continueremo a reagire ai dati. Dunque, se continueremo a vedere dati che, per esempio, confermeranno un mercato del lavoro più forte e un’inflazione più alta, potremmo trovarci nella situazione di dover alzare i tassi più di quanto i mercati prezzino”.
I tassi dei Treasuries segnano comunque un ribasso nella sessione odierna, con quelli decennali che scendono al 3,649%.
Va detto che i rendimenti sono comunque risaliti in modo significativo oltre la soglia del 3,5% e viaggiano al record dal 10 gennaio scorso, mentre i tassi dei Treasuries a due anni, attorno al 4,446%, oscillano attorno al record dal 6 gennaio scorso.