Wall Street: Nasdaq -1% dopo il rally. I commenti su Fed e inflazione. Amazon -3% dopo sberla BofA
Wall Street si prende una pausa dal rally scatenato della settimana scorsa, alimentato dalla pubblicazione dell’indice
CPI Usa di ottobre, che ha confermato il rallentamento della crescita dell’inflazione.
Alle 15.50 ora italiana, il Dow Jones oscilla poco al di sotto della parità, a quota 33.725 punti; lo S&P 500 arretra dello 0,51% a 3.972; il Nasdaq cede più dell’1%, a 11.761 punti.
Forse davvero l’inflazione made in Usa si è lasciata alle spalle il picco, grazie alla carrellata di rialzi dei tassi da parte della Fed di Jerome Powell. L’indice CPI ha messo in evidenza un’inflazione salita su base annua, a ottobre, del 7,7%, dal precedente rialzo dell’8,2% di settembre e rispetto al +8% atteso dal consensus. Diminuita anche la crescita dell’inflazione core che, su base annua, è passata dal rialzo al ritmo massimo degli ultimi 40 anni pari a +6,6% di settembre, al +6,3% di ottobre.
Gli investitori hanno subito scommesso sull’arrivo di manovre restrittive meno aggressive da parte della Fed di Jerome Powell nel meeting di metà dicembre, dopo i quattro rialzi consecutivi di 75 punti base da inizio anno. Lo scorso 2 novembre, la Fed ha alzato i tassi di 75 punti base, portandoli dal range compreso tra il 3% e il 3,25% al nuovo range compreso tra il 3,75% e il 4%, valore record dal 2008.
L’euforia degli investitori nell’apprendere il rallentamento della crescita dell’inflazione è stata tale che, nel giorno in cui è stato reso noto il dato, ovvero lo scorso giovedì, il Dow Jones è volato di 1.201 punti circa, in rally del 3,70%; lo S&P 500 è schizzato del 5,54% mentre il Nasdaq Composite è balzato del 7,35%.
Il risultato è che, su base settimanale, il Nasdaq è balzato dell’8,1% la scorsa settimana, riportando il trend migliore su base settimanale da marzo, mentre il Dow Jones è salito del 4,2%. Lo S&P 500 ha incassato la settimana migliore da giugno, con un rally del 5,9%.
“Un cambiamento notevole si è manifestato sui mercati, con gli investitori che stanno tornando a essere risk on in diverse classi di asset – ha commentato alla Cnbc Mark Hackett, responsabile della divisione di ricerca sugli investimenti di Nationwide – Gli indicatori di analisi tecnica sono decisamente migliorati, con il sentiment degli investitori, il momentum, e i fattori di rischio che mostrano tutti un miglioramento notevole”.
Tuttavia, un avvertimento a non credere troppo che la battaglia della Fed contro l’inflazione stia per volgere al termine è arrivato nella giornata di ieri dal governatore della Fed Christopher Waller. Waller ha detto che il fatto che la banca centrale Usa potrebbe alzare i tassi a un ritmo minore nella prossima riunione del Fomc – il suo braccio di politica monetaria – non dovrebbe essere interpretato come una possibile decisione imminente dell’istituto di deporre le armi nel contrastare le fiammate dell’inflazione:
“Smettete di prestare attenzione alla velocità (dei rialzi) e iniziate a prestare attenzione a quello che sarà il tasso finale (tasso terminale). Fino a che non riusciremo a far scendere l’inflazione, la fine (delle strette monetarie) rimarrà lontana”, ha sottolineato Waller.
Occhio però alla view di Morgan Stanley, che suggerisce un crollo dell’inflazione negli Stati Uniti, nel corso del prossimo anno.
“L’inflazione degli Stati Uniti misurata dall’indice dei prezzi al consumo CPI è al momento pari al 7,7% su base annua, ma noi prevediamo che scenderà al di sotto della soglia del 2% entro la fine dell’anno prossimo (quindi, al di sotto del target di inflazione della Fed). E’ quanto stimano gli strategist del colosso bancario americano.
“Crediamo che la Fed fermerà il suo percorso di rialzi dei tassi, dopo una stretta monetaria, a gennaio, pari al 4,625%”, si legge ancora nel report di Morgan Stanley, che lascia pensare che la Fed, una volta che l’inflazione degli Stati Uniti sarà scesa sotto il target del 2%, tornerà a tagliare i tassi sui fed funds.
Tra i titoli protagonisti della sessione odierna, attenzione ad Amazon, dopo la nota di Bank of America, che ha annunciato di aver rimosso il nome del gigante dell’e-commerce dalla lista delle migliori idee di investimento, la cosiddetta US 1, dove sono presenti i titoli top pick che hanno ricevuto dagli analisti del colosso americano un rating buy.
Amazon ha conservato quel rating, ma non compare più nella classifica dei titoli che Bank of America reputa tra i migliori.
E così il titolo Amazon perde più del 3%, dopo aver ceduto il 39,5% dall’inizio dell’anno.