News Finanza Indici e quotazioni Wall Street: Nasdaq ancora assediato da sell post correzione, S&P buca importante supporto. Netflix -20%

Wall Street: Nasdaq ancora assediato da sell post correzione, S&P buca importante supporto. Netflix -20%

21 Gennaio 2022 13:55

L’ondata di sell off continua ad assediare Wall Streeet, e in particolare il Nasdaq, che scivola ulteriormente in fase di correzione. I futures sul Dow Jones scendono dello 0,22% a 34.539 punti; quelli sullo S&P 500 perdono lo 0,45% a 4.454 punti, mentre il Nasdaq cede lo 0,82% a 14.722 punti.

Protagonista il crollo di Netflix, titolo che ha beneficiato in modo importante dei lockdown da Covid-19 e che ora soffre il reopening dell’economia.

Dalla trimestrale pubblicata ieri dopo la fine delle contrattazioni a Wall Street, è emerso che, nel quarto trimestre del 2021, il numero degli abbonati di Netflix è cresciuto su base netta di 8,28 milioni di unità, meglio della crescita di 8,19 milioni stimata dagli analisti. Tuttavia, il numero è inferiore alla crescita di 8,5 milioni di abbonati segnata da Netflix esattamente l’anno precedente, nel quarto trimestre del 2020.

Non solo: nell’intero 2021 la crescita è stata di 18,2 milioni di nuovi abbonati, meno della metà dei nuovi abbonati che Netflix era riuscita ad attrarre nei primi sei mesi del 2020.

Sconfortante l’outlook: per il primo trimestre del 2022, il gruppo prevede un aumento dei nuovi abbonati, su base netta, di appena 2,5 milioni di unità, decisamente al di sotto dei 3,98 milioni di nuovi abbonati del primo trimestre del 2021, e ancora peggio rispetto ai +6,93 milioni attesi dagli analisti, secondo le stime di StreetAccount.

Gli analisti intervistati da FactSet avevano previsto un numero anche superiore, pari a +7,25 milioni di abbonati.

Il titolo del gigante dello streaming è crollato così nelle contrattazioni afterhours di Wall Street del 20% : un ribasso che significa che è andata in fumo una capitalizzazione di quasi $45 miliardi, su un valore di mercato complessivo che, alla fine della giornata di contrattazioni di ieri, era superiore ai $225 miliardi.

Molto male ieri anche Peloton, affondato ieri del 24%, sulla scia di un report della Cnbc secondo cui il gruppo starebbe interrompendo temporaneamente la produzione dei suoi attrezzi di fitness. Le quotazioni rimbalzano tuttavia di oltre +7% in premercato. La società ha comunicato nelle ultime ore la decisione di far pagare ai suoi clienti le spese di spedizione e configurazione dei suoi prodotti Bike e Tread, in parte a causa della fiammata dell’inflazione. Il prezzo della sua Bike arriverà così a 1745 dollari da 1495, mentre il tapis roulant meno costoso salirà a 2.845 dollari da 2.495 dollari di ora.

Sull’azionario prevalgono i sell dopo l’ingresso del Nasdaq in fase di correzione: con il calo della vigilia, il listino hi-tech viaggia a un valore inferiore dell’11,85% rispetto alla chiusura record dello scorso novembre.

Scott Redler, analista di T3 Live, spiega il trend con la rottura di importanti livelli chiave, come nel caso dello S&P 500, che ha chiuso ieri al di sotto della soglia di 4.500 punti per la prima volta dallo scorso 18 ottobre.

Da un punto di vista tecnico, secondo Redler la rottura del supporto indica un successivo calo fino a quota 4.320, livello che rappresenterebbe un calo del 10% per l’indice S&P.

Intanto i tassi sui Treasuries a 10 anni che, sulla scia delle speculazioni su una Fed più hawkish sono balzati fino all’1,87% questa settimana, in vista della riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve di Jerome Powell, in calendario la prossima settimana, sono scesi al di sotto della soglia dell’1,80%.