Wall Street: previsto avvio piatto nel giorno di avvio dei colloqui Usa-Cina
Wall Street si prepara ad aprire la seduta odierna sulla parità, con i futures sugli indici statunitensi che si mostrano piatti. A circa mezz’ora dalla partenza il contratto sul Dow Jones scivola dello 0,14%, quello sull’S&P500 cede lo 0,10% e il future sul Nasdaq segna un -0,08%.
La cautela resta d’obbligo nel giorno di avvio dei colloqui tra Stati Uniti e Cina sulla questione commerciale. Secondo una fonte anonima citata da Bloomberg, la Casa Bianca starebbe pensando a riproporre un accordo valutario come parte di un accordo preliminare con Pechino.
Ulteriori negoziazioni su temi scottanti come la proprietà intellettuale e i trasferimenti tecnologici (il NY Times scrive che Trump avrebbe concesso il permesso per emettere delle licenze ad alcune società per fornire tecnologia “non sensibile” a Huawei) verrebbero rinviate ad un secondo momento. Intanto ieri, secondo il Financial Times, la Cina avrebbe manifestato l’intenzione di aumentare del 50% gli acquisti di soia Usa nel 2020 in cambio del congelamento dei nuovi dazi programmati il 15 ottobre e a dicembre.
Dal fronte intanto, i verbali dell’ultima riunione è emerso come la maggior parte dei membri abbia condiviso la necessità di un taglio dei tassi di 25 punti base, con alcuni che hanno evidenziato la necessità di fornire una maggiore chiarezza sui tempi di fine dell’accomodamento. Il Board è apparso concorde nella necessità di affrontare il tema dell’aumento del bilancio. Secondo un’indiscrezione del Financial Times, la Fed giovedì annuncerà nuove regole sulla liquidità che non dovrebbero però riguardare le filiali di banche estere. Intanto le probabilità di un taglio dei tassi a settembre sono ritornate sopra l’80%.
Un ulteriore supporto a questa aspettativa è arrivato dal fronte macro: l’inflazione negli Stati Uniti è rimasta ferma ad agosto all’1,7% su base annua, deludendo le attese degli analisti che si aspettavano un leggero rialzo all’1,8%. Il basso tasso di inflazione permette così alla Federal Reserve di avere un margine di manovra maggiore per tagliare ancora i tassi di interesse, se l’economia dovesse continuare a indebolirsi.