Wall Street: recupero azzoppato da numeri inflazione. Settembre da dimenticare, Nasdaq -9%
Wall Street poco mossa, dopo il giovedì da incubo, che ha visto lo S&P 500 perdere il 2,1% a 3.640.47, capitolando al nuovo minimo del 2022; il Dow Jones cedere più di 458 punti, l’1,54%, a 29.225.61, e il Nasdaq Composite scivolare del 2,84% a 10.737.51.
Alle 16 circa ora italiana, il Dow Jones cede lo 0,18%; lo S&P 500 oscilla poco al di sopra della parià, mentre il Nasdaq avanza dello 0,25%.
La voglia di recupero della borsa Usa è stata azzoppata dalla pubblicazione dell’indice relativo all’inflazione preferito dalla Fed, al momento guidata da Jerome Powell, per monitorare attentamente le proprie decisioni di politica monetaria, dunque per prendere eventuali decisioni sui tassi di interesse Usa.
Si tratta dell’indice PCE core che, su base mensile, è salito ad agosto dello 0,6%, più del +0,5% atteso, accelerando decisamente il passo rispetto al +0,1% di luglio. Su base annua, il PCE core è balzato del 4,9%, oltre il +4,7% stimato, rispetto al rialzo del 4,6% del mese precedente.
L’indice PCE headline ha invece rallentato il passo, crescendo ad agosto al ritmo annuo del 6,2%, meno del +6,4% di luglio. Su base mensile, l’indice PCE si è tuttavia infiammato, riportando un trend pari a +0,3%, rispetto al precedente calo dello 0,1%.
Gli indici azionari Usa sono immediatamente peggiorati dopo la diffusione del dato che ha riacceso i timori di nuovi rialzi dei tassi di almeno 75 punti base da parte della Federal Reserve.
La scorsa settimana la Fed di Jerome Powell ha proceduto alla sua terza stretta monetaria consecutiva di 75 punti base, portando i tassi sui fed funds Usa al record dal 2008, nel range compreso tra il 3% e il 3,25%, nell’intento di sfiammare l’inflazione galoppante.
I rendimenti dei Treasuries ritracciano comunque dai valori record testati nelle ultime sessioni, nonostante la nuova ulteriore fiammata delle pressioni inflazionistiche.
I tassi sui Treasuries Usa a 10 anni scendono al 3,71%, dopo essere schizzati durante la settimana fin oltre il 4%, al 4,019% per la prima volta dal 2008, dunque in 14 anni, per poi segnare il tonfo in una sessione più forte dal 2020.
Il forte dietrofront è stato provocato dalla decisione della Bank of England di rimandare l’inizio degli smobilizzi dei titoli di stato UK che aveva pianificato per la prossima settimana, acquistando in via temporanea Gilt a lungo termine, al fine di contrastare il caos del mercato: caos che è stato provocato dalla decisione del governo di Liz Truss di lanciare un maxi bazooka fiscale di tagli alle tasse che economisti e strategist non reputano sostenibile.
In calo anche i tassi dei Treasuries a due anni, che scendono oggi al 4,145%, dopo essere volati durante la settimana che si appresta alla conclusione fino al 4,351%, valore massimo dall’agosto del 2007.
I principali indici azionari Usa stanno per chiudere una settimana e un mese decisamente negativi: su base settimanale, lo S&P 500 ha perso l’1,4%, mentre il Dow e il Nasdaq hanno ceduto entrambi l’1,2%. Borsa Usa in profondo rosso nell’intero mese di settembre: lo S&P 500 è capitolato del 7,9% e il Dow Jones ha sofferto un tonfo del 7,2%. Peggio il Nasdaq, che si appresta a chiudere il mese con un crollo del 9,1%.
Tra i titoli Apple, reduce da un tonfo, nella sessione della vigilia, pari a -4,91% a quota 142,48 $, che lo ha portato ai minimi a quasi 3 mesi, peggiorando il saldo del 2022 a quasi -22%. Ha inciso la decisione di Bank of America di tagliare la raccomandazione sul titolo da buy a neutral citando l’indebolimento della domanda dei consumatori e la risposta deludente al nuovo iPhone 14. Il prezzo obiettivo indicato da BofA è passato da 185 USD a 160 USD per azione. Il titolo rimane sotto pressione, limitando i danni a un ribasso dello 0,30% circa.