Wall Street riapre dopo pausa Presidents Day. Futures DJ -110 punti, in attesa di Fed e nuovi dati macro
A Wall Street futures Usa in ribasso, dopo la chiusura di ieri in occasione del Presidents Day.
Lo scorso venerdì il Dow Industrial Average è salito di 129,84 punti (+0,39%), a 33.826,70; lo S&P 500 è sceso di 11,32 punti (-0,28%), a 4.079,10, il Nasdaq ha perso 68,55 punti (-0,58%), a 11.787,28 punti. Alle 7,35 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones scendono di 110 punti, i futures sullo S&P 500 arretrano dello 0,35%, i futures sul Nasdaq arretrano dello 0,29%.
Su base settimanale, il Dow Jones ha ceduto lo 0,13%, lo S&P 500 ha perso lo 0,28%, mentre il Nasdaq ha chiuso in rialzo dello 0,59%.
La paura di nuovi rialzi aggressivi da parte della Fed, riaccesa dalla pubblicazione dei dati sull’inflazione Usa, ha depresso nelle ultime sessioni il sentiment dei mercati.
Sia l’indice dei prezzi al consumo che l’indice dei prezzi alla produzione degli Stati Uniti hanno confermato il rallentamento delle pressioni inflazionistiche, a un ritmo tuttavia inferiore rispetto alle attese.
Gabriel Debach, market analyst di eToro, ha commentato così il trend di Wall Street:
“Nonostante le pressioni del mondo obbligazionario, con i rendimenti dei Treasury a 2 e 10 anni in rialzo da circa 4 settimane consecutive, i settori statunitensi Growth hanno continuato a sovraperformare quelli Value, con la scorsa settimana che ha registrato una chiusura in rialzo tra gli ETF IWF (Russell 1000 Growth) e IWD (Russell 1000 Value) del +0,45%, così come del Nasdaq 100”.
Occhio a tal proposito al mercato del reddito fisso Usa, con i tassi dei Treasuries Usa a dieci anni che hanno superato la scorsa settimana la soglia del 3,9%, fino al 3,93%, record dal 10 novembre del 2022. Oggi i tassi a 10 anni sono in rialzo attorno al 3,853%.
I rendimenti dei Treasuries a due anni, che la scorsa settimana sono saliti fino al record degli ultimi tre mesi, al 4,692%, scendono al 4,625%.
Debach ha messo in evidenza che Wall Street presterà attenzione ad alcuni fattori, questa settimana, come ai “verbali della riunione del FOMC (attesi per mercoledì)” e ii “discorsi dei funzionari della Fed, dopo che i dati economici più caldi hanno alimentato la speculazione di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve più consistente rispetto all’inizio del mese e più prolungato”.
A seguito delle “pubblicazioni sull’inflazione al consumo e alla produzione della scorsa settimana – ha aggiunto Debach – gli investitori osserveranno le pubblicazioni dell’indicatore dell’inflazione CPE, maggiormente favorito dalla Fed, atteso per mercoledì, per meglio analizzare l’evoluzione dei prezzi statunitensi”.