Wall Street riparte con il Dow Jones che flirta con il mercato orso. Tassi Treasuries 2y volano oltre 4,3%
Il tonfo della sterlina continua a essere grande protagonista della sessione odierna, facendo paura ai mercati più della vittoria del centrodestra alle elezioni politiche italiane. Elezioni che hanno inaugurato l’era di un molto probabile Governo Meloni. Nota per aver alzato la voce, spesso, contro l’Unione europea e le sue regole, la leader di Fratelli d’Italia oggi fa la moderata, ragion per cui a essere tartassati sono più i titoli di stato UK Gilt che i BTP.
Il piano monstre di tagli alle tasse firmato dal governo britannico di Liz Truss continua a mettere sotto pressione gli asset made in UK tanto che, durante le contrattazioni dei mercati asiatici, la sterlina è crollata di quasi -4% testando un nuovo minimo storico nei confronti del dollaro Usa, a quota $1,0382.
Alle 14.00 ora italiana la sterlina riduce le perdite, scendendo di oltre mezzo punto percentuale circa a $1,0782. L’euro cede lo 0,48% a 0,9643.
Focus anche sulle vendite sul debito pubblico del Regno Unito: stando alle rilevazioni di Bloomberg, i rendimenti decennali dei titoli di stato Uk a dieci anni sono volati nelle ultime ore fino a +29,4 punti base, fino al 4,12%, a fronte di un rialzo dei tassi BTP decennali che si è limitato a +9 punti base al 4,43%.
Continua anche la marcia rialzista dei rendimenti dei Treasuries Usa: i tassi dei titoli di stato Usa a due anni, quelli più sensibili alle decisioni di politica monetaria della Fed, sono volati oggi oltre il 4,3%, fino al 4,351%, al valore più alto dall’agosto del 2007.
Negativi i futures sui principali indici azionari Usa, dopo l’ennesima chiusura al ribasso di Wall Street di venerdì scorso, che ha visto il Dow Jones capitolare di 486 punti al nuovo minimo intraday dell’anno, cedendo l’1,62%, a 29.590,41 punti; il Nasdaq scivolare dell’1,8% a 10.867,93 e lo S&P 500 bucare anche i minimi dal mese di giugno con una perdita dell’1,72% a 3.693,23.
Alle 13.50 circa ora italiana i futures sul Dow Jones scendono di oltre 150 punti (-0,56%), i futures sullo S&P 500 arretrano dello 0,63%, mentre i futures sul Nasdaq Composite scendono dello 0,51%.
Il Dow Jones ha chiuso al di sotto della soglia di 30.000 punti per la prima volta dal 17 giugno scorso, tornando a flirtare con il mercato orso, in quanto a un valore in ribasso del 19,9% rispetto al record intraday. A un certo punto della sessione di venerdì scorso, dove tema dominante è stato l’annuncio del piano di tagli alle tasse shock del governo UK di Liz Truss, il Dow Jones è capitolato di 826 punti.
La borsa Usa ha terminato la sua quinta settimana negativa delle ultime sei, con il Dow Jones che ha perso durante la settimana il 4%, e lo S&P 500 e il Nasdaq in flessione rispettivamente del 4,65% e del 5,07%.
Protagonista a Wall Street sempre la paura dei tassi dopo che la scorsa settimana la Fed di Jerome Powell ha proceduto alla sua terza stretta monetaria consecutiva di 75 punti base, portando i tassi sui fed funds Usa al record dal 2008, nel range compreso tra il 3% e il 3,25%, nell’intento di sfiammare l’inflazione galoppante.
Continua la marcia rialzista dei rendimenti dei Treasuries: i tassi dei titoli di stato Usa a due anni, quelli più sensibili alle decisioni di politica monetaria della Fed, sono volati oggi oltre il 4,3%, fino al 4,351%, al valore più alto dall’agosto del 2007.